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SULMONA – Era finito sotto processo per aver tempestato di messaggi la sua donna e il rivale in amore, non rassegnandosi alla conclusione del rapporto sentimentale. Ma, a distanza di anni, le storie si sono letteralmente capovolte. Per questo il giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, ha assolto un 34 enne di Sulmona, S.C., dal reato di atti persecutori per insufficienza delle risultanze probatorie, ovvero perchè il fatto non sussiste. L’accusa è caduta nei confronti dell’ex rivale in amore che, per un periodo di tempo, aveva intrattenuto rapporti con l’attuale compagna del giovane. I fatti risalgono al 2016 quando l’imputato, per circa due mesi con abitualità, avrebbe inoltrato messaggi a raffica su whatsapp sia all’attuale compagna (all’epoca si erano lasciati, ndr) che al rivale in amore. “Lei ama me. Lasciala stare” scriveva in continuazione il giovane senza darsi pace. Dello stesso tenore i messaggi inviati alla donna. Per la Procura, che aveva raccolto la querela di entrambi, quella messaggistica ha configurato il reato di stalking. Da qui il procedimento penale che si è chiuso l’altro giorno con l’assoluzione. Per il giudice e la difesa del 34 enne, rappresentata dall’avvocato, Mario Tedeschi, le condotte dell’imputato altro non erano che tentativi di recuperare il rapporto tant’è che il contenuto dei messaggi non era lesivo nè costituiva un pericolo per l’incolumità dei due. D’altronde sul punto si era espresso anche il perito chiamato in causa dall’avvocato per accertare la pericolosità sociale e la capacità d’intendere e volere del suo assistito al momento del fatto. Nessuna persecuzione all’ex rivale in amore e ricongiungimento totale con la donna. I due sono tornati insieme tant’è che la stessa ha rimesso la querela, spingendo il giudice a pronunciare sentenza di non doversi procedere.

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