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PREZZA – La formale diffida non ha fermato il comune di Prezza nello svolgimento dei test rapidi, giudicati “inutili” dalla Regione. Oltre il 60 per cento della popolazione si è sottoposta volontariamente al test e per la fase due si scaldano i motori. A presentare il “conto” alla Regione è il sindaco del paese, Marianna Scoccia. “Dopo aver ricevuto una del tutto irrituale diffida da parte della Regione Abruzzo, dal sapore prettamente politico, con l’ausilio del mio legale, ho risposto alla dirigente regionale inviando per conoscenza la medesima nota a tutte le autorità competenti ed abbiamo iniziato la fase di screening della nostra popolazione”- spiega il sindaco-“con grande soddisfazione vi comunico che abbiamo terminato la prima fase dei test rapidi su parte della cittadinanza. Più del 60% dei prezzani si è sottoposto volontariamente al test. Colgo l’occasione per ribadire per l’ennesima volta che il rapid test non sostituisce assolutamente il tampone per Covid-19 che resta l’unico esame valido per la diagnosi;permette di fare un primo screening restringendo di parecchio i possibili positivi e censendo quindi gli asintomatici e i test forniscono risultati non attendibili al 100 % ma possono rappresentare un fondamentale campanello di allarme.Ora attendiamo di conoscere le iniziative del Governo e della Regione rispetto ai test seriologici. Se non ci saranno iniziative in questo senso provvederemo noi ad effettuare la fase due”- avverte la Scoccia che conclude: “  è stata una iniziativa importante, peccato che sia stata accolta negativamente dall’Assessore Regionale alla Sanità. Ma sia chiaro noi non ci fermiamo perché il primo dovere di un amministratore bei confronti dei cittadini è quello di PROTEGGERLI”. (a. d’. a.)

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