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SULMONA – Nell’elenco compare la signora Maria che aveva effettuato una prestazione di pronto soccorso con codice verde nel 2012, esattamente dieci anni fa. Ma c’è pure la signora Giovanna che nel frattempo, nel 2015, è deceduta. Il sollecito di pagamento non è arrivato agli eredi ma alla medesima, fuori tempo massimo. E’ una vera e propria valanga quella dei ticket sanitari non pagati che si sta abbattendo sui cittadini creando malumori e contestazioni sul metodo e sul merito di queste esazioni, a volte notificate a distanza di anni dalla loro presunta registrazione. Una raffica di segnalazioni che sta creando fibrillazione tra l’utenza spaesata. Il recupero crediti, avviato dalla Asl, dovrebbe riferirsi alle prestazioni di pronto soccorso con codice verde come ha spiegato il Tribunale per i diritti del Malato ricordano che, entro quindici giorni dall’esame erogato, il paziente doveva recarsi al Cup per regolarizzare la sua posizione e pagare quanto dovuto. L’anomalia riguarda i pazienti già esentati dal ticket che si sono visti arrivare la cartella a casa. Insomma il sistema avrebbe generato non poca confusione senza contare che l’azienda avrebbe potuto attivare un sistema di sollecito dei pagamenti per prestazioni pregresse prima di ricorrere alla procedura dell’Agenzia delle Entrate che richiede la formale opposizione con un aggravio di costi e tempo da parte dei pazienti, soprattutto quelli fragili. Sarebbe stato opportuno, come ricorda Catia Puglielli del Tdm, rimettere in piedi l’ufficio di relazioni al pubblico per supportare l’utenza meno addentrata a certi meccanismi come pure, cosa più importante, la Asl da tempo avrebbe dovuto attivare il fascicolo elettronico, strumento che consente al paziente di tenere sotto controllo il suo trascorso clinico. Un vulnus importante che si tocca con mano solo sul territorio. Il controsenso è proprio dovuto alle spese sanitarie. Per la carenza di personale e le agende chiuse, gli utenti sono costretti a doppi viaggi con aggravio di costi nell’epoca del caro. Per l’ordinario devono pagare il doppio e per le prestazioni pregresse la Asl manda il “conto” a casa. Qualcosa non va.

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