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La Procura della Repubblica dell’Aquila ha chiuso gli interrogatori di garanzia nell’ambito dell’incidente nell’asilo ‘Primo Maggio’ in cui nel maggio scorso è morto il piccolo Tommaso D’Agostino, di 4 anni. Sono cinque gli indagati ai quali, a vario titolo, vengono contestati reati sulla presunta inosservanza delle Leggi che regolano la materia sulla sicurezza nei luoghi di lavoro: la dirigente scolastica Monia Lai, nella veste di datrice di lavoro, del responsabile del servizio di prevenzione e Protezione dello stesso istituto comprensivo, l’ingegnere Bruno Martini e il datore di lavoro Lucio Luzzetti. Con loro anche l’architetta Enrica De Paulis (all’epoca dirigente del Settore Ricostruzione Pubblica, oggi dirigente del Comune di Roma, settore Rigenerazione e Progetti Speciali) e il geometra Antonello Giampaolini, nella veste di Responsabile unico del procedimento (Rup) e Direttore dei lavori. Questi ultimi due indagati per i lavori di installazione della recinzione risultata, secondo l’accusa, inadeguata sotto il profilo della resistenza e stabilità. Tre dei cinque indagati, nonostante siano stati invitati a chiarire le loro posizioni, hanno preferito attendere la visione delle carte ancora in mano all’accusa per rispondere punto su punto. Altri due hanno, invece, risposto agli addebiti; uno di loro in particolare ha anche tirato in ballo altre figure professionali.
Figura a parte (la sua posizione é stata pressoché definita già nell’immediatezza della tragedia) la conducente della Passat station wagon che, senza freni, era piombata sul gruppetto di bambini che stava giocando fuori il giardino. La donna era scesa dalla macchina per andare a riprendere due gemelline inserendo solo la marcia ma non il freno, lasciando all’interno un figlio minore che inavvertitamente lo aveva disinserito. Il ragazzino, con la macchina in movimento, non riuscendo a frenare, si era lanciato dal finestrino e aveva riportato solo qualche graffio. L’auto aveva poi divelto la recinzione investendo i sei bimbi.

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