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SULMONA – Task force della Asl ancora al lavoro per decidere le sorti del servizio di endoscopia dell’ospedale di Sulmona. In queste ore prende sempre più corpo l’ipotesi i un dietrofront dell’azienda e di una ricollocazione del servizio, che deve essere trasferito nelle more dei lavori di abbattimento dell’ala vecchia e della riqualificazione dell’ala Bolino, all’interno del nuovo blocco ospedaliero, precisamente negli spazi riservati alla lungodegenza, finora inaugurati ma mai utilizzati. Lì, in tempo di pandemia, era stata allestita l’area grigia. Lo smantellamento di inizio estate aveva spinto l’azienda a reclutare personale, senza particolare successo, soprattutto sul fronte medico. Per far rientrare la protesta, che è scattata a seguito della decisione dell’azienda di trasferire l’endoscopia a Pescina, il gruppo tecnico starebbe valutando l’ipotesi di occupare gli spazi della lungodegenza, il tempo necessario dello svolgimento dei lavori finanziati con il Pnrr. Un appalto da quasi 6 milioni di euro. Al momento nessuna disposizione è stata assunta né le indiscrezioni sono state ratificate come richiesto nei giorni scorsi dalla CGIL che aveva protestato nel piazzale dell’ospedale. L’attivazione della task force, che era stata comunicata e voluta dalla consigliera regionale, Marianna Scoccia, conferma la disponibilità di spazi all’interno dell’ospedale cittadino e quindi la fattibilità della richiesta di evitare il trasferimento ancorché temporaneo a Pescina come evidenziato dalla stessa Scoccia e dal sindaco di Sulmona, Gianfranco Di Piero, che continua ad interloquire con i vertici aziendali. Nei prossimi giorni potrebbe arrivare un’indicazione più precisa dal momento che la mini rivoluzione in ospedale deve essere attuata entro il 30 settembre. Con la speranza che si salvi endoscopia e si attivi, prima o poi, pure la lungodegenza

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