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SULMONA – Non sono d’accordo con lo studio effettuato dal prof. Aldo Ronci e lo contestano punto per punto. Gli albergatori peligni, molti dei quali appartenenti al Consorzio “Cuore dell’Abruzzo”, si fanno sentire. E la risposta a Ronci arriva all’indomani dell’analisi che ha messo in luce come due strutture ricettive facciano da traino al turismo sulmonese. “La situazione economico-sociale che viviamo oggi è forse proprio frutto di una mentalità gretta e poco incline alla collaborazione che ci porta costantemente a porci verso l’esterno come i più forti, in realtà furbi ed eticamente non irreprensibili, tra i più deboli, quando i più forti, vedasi il caso Trentino, non viaggiano a tassi di riempimento del 35%, ma presentano problemi di sovraoccupazione delle camere e sovrasfruttamento del territorio, preoccupanti in termini di capacità di carico, che è ben diverso, ma questo magari ce lo spiegherà qualche professore o professionista che sarà sicuramente più preparato di noi” intervengono gli albergatori che stigmatizzano il fatto che sarebbe stato oscurato il lavoro di altri imprenditori che “con modi discreti e sicuramente eleganti, portano avanti nell’interesse comune di promuovere il nostro territorio”. “Pensiamo a svolgere il nostro lavoro in silenzio, con umiltà ed onestà” sottolineano. “Per ultimo, il dato aggregato che emerge da una puntuale analisi delle presenze nelle strutture che sottoscrivono il presente comunicato riferisce di un tasso di crescita medio, per quelle intervistate che ricordiamo essere un campione significativo, che va da un 19% di occupazione nel 2014 ad un 25% nel 2017, con punte per singole strutture che superano anche il 30%. – concludono i titolari di alberghi – una corretta analisi della movimentazione dei flussi andrebbe contestualizzata con una valutazione dell’indice di turisticita’ del territorio. Si spera ci sarà modo e tempo per affrontare concretamente tali problematiche per poter finalmente iniziare a parlare di turismo con gli attori del territorio”. Una chiosa che può e deve aprire momenti di riflessioni per unire anziché dividere operatori di uno stesso comparto. Se è vero che Sulmona ha una forte vocazione turistica, gli operatori del settore dovrebbero essere i primi a fare rete per una migliore promozione del territorio. Diversamente andrebbe in scena l’ennesima “guerra dei poveri” che già coinvolge altre categorie.

Andrea D’Aurelio

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