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SULMONA – Un viale dimenticato tra degrado e inciviltà. Ma l’icona del paradosso è proprio quella voragine che si è aperta sul ponte Gizio, il 17 marzo 2017, senza che nessuno si sia preso la briga di ripararla. A scattare la fotografia del viale della stazione sono i residenti esasperati che da anni chiedono rispetto e interventi incisivi per il decoro e la sicurezza del quartiere. Un elenco di criticità che ogni anno si allunga ma al primo posto c’è sempre quella voragine che sta per spegnere, simbolicamente s’intende, la sua quarta candelina. La voragine è grande poco meno di un metro ma il rischio per i pedoni è notevole, considerato che il ponte è alto circa 15 metri. E la paura dei residenti sale, perché la strada è molto trafficata, sia dagli autobus che fanno avanti e indietro dalla stazione, sia da altri mezzi pesanti. “Tutti hanno assunto impegni ma nei fatti nessuno fa nulla. Eppure in altre zone della città si vede tanto fermento”- tuonano gli abitanti del quartiere. Sul viale dimenticato le segnalazioni crescono a vista d’occhio. In primis ci sono i marciapiedi impraticabili con foglie secche ridotti a fango e sporcizia e utilizzati, la maggior parte delle volte, come sosta selvaggia. E ancora le deiezioni canine, per strada e dentro i mastelli della differenziata. Le siringhe sparse ogni tanto sui marciapiedi e le caditoie tutte otturate. Problemi si registrano anche sul fronte del trasporto urbano con le corse assenti la domenica e nei giorni festivi, con evidente disagio soprattutto per l’utenza anziana. Mancano le tabelle degli orari in una città vocata al turismo. Poi gli alberi da potare secondo i residenti. Proprio così. “Un biglietto da visita per la città in totale abbandono”- concludono gli abitanti della zona ormai esausti anche di proteste e segnalazioni.

Andrea D’Aurelio

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