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SULMONA – Usura e tentato omicidio. La Procura della Repubblica di Sulmona ha confermato le accuse per quattro persone, tutte componenti dello stesso nucleo familiare, che avrebbero praticato tassi di interesse per i prestiti superiore al 20%. Si tratta di due donne di 50 e 74 anni, un giovane di 27 e un uomo di 59 anni. Ai quattro, nei giorni scorsi, è stata notificata la chiusura delle indagini preliminari, atto che sancisce la conclusione del percorso investigativo. Gli indagati hanno venti giorni di tempo per presentare le memorie difensive. Il Pm procederà quindi alle richieste di archiviazione al giudice per le indagini preliminari o di rinvio a giudizio al giudice per le udienze preliminari. La vicenda risale al 2018. Secondo l’ampio castello accusatorio, a chi non rispettava il pagamento delle rate venivano minacciate, o -in un caso di specie- effettivamente messe in atto ritorsioni violente. Fu proprio una rata non pagata ad aver determinato il grave episodio del 19 settembre di quell’anno, per il quale è stato contestato ad una donna il reato di tentato omicidio. Si tratta della violenta aggressione ai danni della proprietaria di un autolavaggio che opera sul territorio comunale di Sulmona. L’imprenditrice ricevette la visita inaspettata da parte di una signora che l’avrebbe aggredita, colpendola con una chiave inglese in più parti del corpo. All’ospedale di Sulmona le venne assegnata la prognosi di ben 50 giorni. Al pestaggio assistette anche un cliente del lavaggio, che però ritirò nei giorni successivi la propria testimonianza, probabilmente intimidito dai soggetti. Le indagini degli investigatori dell’Anticrimine, guidati all’epoca dei fatti dal Sostituto Commissario, Daniele L’Erario, portarono all’esecuzione delle misure cautelari .Nello specifico tutto sarebbe accaduto nel settembre 2019 quando una delle indagate si sarebbe recata ad un autolavaggio di Sulmona pretendendo dalla titolare la restituzione di un prestito di tremila euro del 2016 che secondo il suo punto di vista doveva essere consegnato in quel momento. Alla giustificazione della donna che aveva già provveduto ampiamente a restituire il denaro – in due anni e mezzo avrebbe consegnato alla famiglia circa 18 mila euro a fronte di tremila euro che era l’originale prestito – l’indagata 50 enne avrebbe afferrato una chiave inglese a croce colpendo ripetutamente la proprietaria dell’autolavaggio procurandole ferite alla testa e alle braccia con una prognosi di 50 giorni. L’indagine portò a scoprire un vasto giro di usura in città, praticata anche da figure insospettabili, per le quali è stato aperto altro fascicolo, tuttora pendente e ancora in corso di determinazioni

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