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La mostra si compone di 55 fotografie in bianco e nero, stampe digitali da negativi originali, che raccontano la città dell’Aquila e altri panorami urbani italiani. Fotografie scattate tra i primi anni Cinquanta e gli anni Ottanta del Novecento, e che raccontano un’Italia ormai scomparsa, attraverso l’occhio attento e ironico di Gendel, fotografo americano vissuto a Roma fino alla sua morte. Questi scatti si possono considerare appartenenti alla cosiddetta straight photography, la fotografia diretta. Non sono cioè mai preparati e i personaggi non sono mai “messi in posa”; anzi Gendel cerca di cogliere la realtà così come si presenta davanti ai suoi occhi, ma esaltandone peculiarità e stranezze con uno sguardo scanzonato ed espressivo.

Una parte della mostra con fotografie di L’Aquila e del suo territorio, insieme a diversi paesaggi urbani di tutta l’Italia (tra le altre Roma, Venezia, Spoleto, Genova), saranno esposte presso la Sala Navata dell’Emiciclo, mentre nel teatro dell’Accademia saranno allestite le fotografie di due reportage di Gendel realizzati n Sicilia (1950) e in Puglia (1954). La mostra è stata possibile grazie alla Fondazione Primoli che conserva l’archivio fotografico di Gendel. La mostra è curata dalla prof.ssa Barbara Drudi (Storia della Fotografia) e dalla dott.ssa Valeria Petitto insieme agli studenti del I anno del Biennio della Scuola di Fotografia. Una vera esperienza “sul campo” per gli studenti che si sono cimentati con tutte le tappe di costruzione di una mostra allestita in spazi pubblici.

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