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SULMONA – Si conclude con successo l’ iniziativa dell’Accademia Sulmonese della fotografia. E’ vero, si è trattato di un gioco, inventato per vincere la noia della permanenza forzata in casa ed anche per distrarsi dalla giustificata preoccupazione di un’ emergenza sanitaria senza precedenti. Giorno per giorno nuovi aderenti si sono aggiunti ed hanno inviato foto sul tema indicato.
In piena esplosione dell’epidemia di Coronavirus, quando ancora non era stato pubblicato il decreto che imponeva il “tutti in casa”, immediatamente un gruppo di persone appassionate di fotografia, membri dell’Associazione “Accademia Sulmonese di Fotografia”, reagiva alla annunciata reclusione forzata con una brillante iniziativa.
Pur di non interrompere le esercitazioni pratiche volte a perfezionare la tecnica e la composizione fotografica degli “allievi”, traendo spunti dalle bellezze architettoniche dei monumenti cittadini, sono stati dati i compiti a casa: invece di capitelli, colonne, rosoni di fontane, putti e monumenti vari, l’Accademia ha chiesto di fotografare oggetti che era possibile trovare nella propria abitazione, tra le mura domestiche.
La risposta è stata sorprendente: l’enorme numero di fotografie che ha letteralmente sommerso gli organizzatori, li ha indotti, il 13 marzo, a dar vita ad un vero e proprio concorso, su una piattaforma Facebook, denominato “Contest Covid-19” il cui regolamento prevedeva che ogni giorno, venisse assegnato ai partecipanti un tema diverso da fotografare, in piena libertà, ma con un unico vincolo stringente, quello di scattare rigorosamente in casa. L’elaborato doveva essere inviato entro la mezzanotte al sito FB, dove veniva pubblicato puntualmente alle ore 9 del giorno successivo e giudicato entro le ore 12 dagli stessi partecipanti al concorso; le foto che avessero raccolto i maggiori consensi, in termini di voti e di giudizi, sarebbero state simbolicamente premiate con un attestato di benemerenza.
Ebbene un impegno continuo: il pomeriggio a ideare, progettare e quindi fare la fotografia dell’oggetto indicato, la mattina successiva a giudicare gli elaborati inviati, un vero e proprio tour de force, senza respiro!
La fantasia degli organizzatori, che si è espressa nel proporre quotidianamente temi diversi, ha stimolato i partecipanti alla realizzazione di opere ancor più fantasiose. La loro creatività è esplosa tra le mura domestiche trovando ispirazione e forza tra gli oggetti che hanno sempre avuto accanto, ma che spesso sono passati inosservati. Sono riusciti a trasformare ombre, luci, composizioni, prospettive geometriche casalinghe in veri e propri messaggi dal significato molto profondo e importante, in un momento particolare della vita pieno di incognite; in ogni caso i messaggi sono sempre stati positivi e hanno infuso incoraggiamento, forza, e speranza.
L’occasione del concorso ha offerto alle persone costrette in casa la possibilità di ritagliare nella propria giornata uno spazio quotidiano da dedicare all’arte della fotografia, che ha assunto il ruolo di vera e propria terapia contro la monotonia, la solitudine e l’isolamento, alleggerendo la mente da preoccupazioni, tensioni e paure. La ricerca quotidiana dello scatto più efficace ha consentito di coltivare la pazienza, di apprezzare la bellezza delle piccole cose, di diventare amici della macchina fotografica e creare un mondo popolato da cappelli da cui sfuggivano acconciature, da ombrelli non esattamente aperti, da espressioni non impeccabili ma naturali, da geometrie ardite e da ombre suggestive.
Dallo studio dei capolavori realizzati dagli avi si è passati allo studio del quotidiano, uno studio divenuto sempre più personale, quasi interiore, introspettivo, complice il tema assegnato, la passione, i desideri, la speranza.
Il numero dei partecipanti è stato in continua e sorprendente crescita: dagli iniziali 20 si è passati in poco tempo ai 70-80 elaborati quotidiani, talvolta è stato superato il centinaio. La loro provenienza sempre più eterogena e internazionale: le fotografie sono giunte non solo da tutta Italia ma anche (potenza del web) da tante parti del mondo: Norvegia, Stati Uniti, India, Sri Lanka, per fare qualche esempio. Infatti le foto, inviate al Contest e pubblicate sul sito Facebook anche in lingua inglese, sono state viste praticamente in tutto il mondo ed hanno naturalmente suscitato l’interesse di tantissime persone. Realizzate spesso da appassionati di fotografia e non da professionisti con un semplice smartphone, sono molto interessanti, talvolta tecnicamente ineccepibili, tanto da aver suscitato l’apprezzamento di associazioni fotografiche internazionali di notevole prestigio, che, conseguentemente, hanno dato il loro patrocinio al concorso.
Commovente la partecipazione della vedova ottantenne che vive da sola in casa, che trascorre il pomeriggio a ideare la foto da fare col telefonino e la sera a spedirla con WhatsApp al figlio più esperto di internet. Oppure quella del ragazzo indiano, sognatore, oggetto di irrisione da parte di amici e parenti perché quotidianamente impegnato a scattare fotografie, che infine viene premiato per una sua composizione e così si guadagna l’apprezzamento entusiastico e orgoglioso dell’intero villaggio.
In questa straordinaria e proficua avventura intrapresa dall’Accademia, dunque, la fotografia è divenuta espressione vera e concreta della capacità, insita nell’uomo, di affrontare le situazioni più difficili e drammatiche, come quella che il mondo intero sta vivendo attualmente, traendone stimoli di riflessione e di crescita personale, di arricchimento culturale e umano.
Gaetano Trigilio

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