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Rimossa la tiroide affetta da patologia nodulare senza incisioni sul collo ma passando dall’ascella, evitando così pesanti impatti sull’estetica: è uno dei vantaggi ottenuti con gli interventi – i primi in assoluto in Abruzzo – effettuati con la chirurgia robotica all’ospedale di L’Aquila. Le operazioni col robot hanno riguardato tre giovani pazienti che sono state trattate con un solo giorno di ricovero e poi dimesse. L’esordio della chirurgia robotica tiroidea in Abruzzo apre nuovi scenari e alza l’asticella della qualità della branca. Gli interventi sulle pazienti con tiroidi colpite da noduli, effettuati nel reparto di chirurgia epato-bilio-pancreatica e d’urgenza del Salvatore, sono stati eseguiti dal dott. Roberto Vicentini, direttore dell’unità operativa, unitamente al dott. Federico Sista, supportati dagli anestesisti Paola Trecco, Daniela Lorusso e Paolo Giglioli. L’organico medico del reparto di chirurgia epato-bilio-pancreatica e d’urgenza comprende i dirigenti medici: Massimo De Benedictis, Daniele Centi, Luigi Bonanni, Pasqualino Favoriti e Ilaria Angelone. L’innovativo intervento chirurgico è stato il frutto di una collaborazione con l’ospedale Baggiovara (Mo), dove esiste un centro di chirurgia avanzata per patologie della tiroide, diretto dalla dott.ssa Micaela Piccoli. In questa struttura i medici aquilani hanno perfezionato le tecniche robotiche e le competenze per le specifiche patologie. Grazie al robot usato all’Aquila, il chirurgo accede alla tiroide non con un’incisione del collo, secondo il metodo tradizionale, ma dalla parte sottostante l’ascella. In questo modo non vi sono danni estetici e conseguenti risvolti psicologici, aspetto importante visto che sono donne la maggior parte dei pazienti. Oltre all’estetica, l’impiego del robot presenta altri vantaggi: un solo giorno di degenza (contro i tre del metodo tradizionale), minore sofferenza e ridotta percezione del dolore.

L’avvento del robot per la tiroide nella chirurgia epato-bilio-pancreatica e d’urgenza, tenuto a battesimo dall’ospedale di L’Aquila, costituisce una vera e propria svolta non solo per il San Salvatore ma anche per l’intera regione. Finora, infatti, non essendoci in Abruzzo reparti che usano il robot per la tiroide, gli utenti erano costretti a rivolgersi fuori regione, con riflessi economici negativi sulla sanità abruzzese. L’ospedale aquilano sarà il primo a dare la spinta per invertire la tendenza improduttiva e creare le basi un approccio nuovo nel trattamento di alcune patologie della tiroide. Va peraltro ricordato che il reparto diretto dal dott. Vicentini pratica ormai da 4 anni la chirurgia robotica e che esegue in modo routinario interventi di carattere pancreatico-biliare, colon proctologico e gastrico.

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