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“Subito il bando case e map per le fragilità sociali della città!”
Avevamo preparato uno striscione con questa frase da portare oggi in Consiglio comunale, ma dieci centimetri di neve nel capoluogo appenninico hanno causato il suo rinvio. Resta la necessità di un bando Case e Map, reale esigenza di quella parte della cittadinanza più fragile che non può più andare oltre. Con lo spirito costruttivo coltivato fin dal primo giorno della consiliatura in tutte le sedi comunali, chiediamo di dare risposte concrete. Nonostante le promesse fatte dall’amministrazione e le potenziali delibere già scritte, ma mai portate in Giunta, la situazione continua a permanere in una fase di stallo. Per fornire un sostegno concreto alle fragilità sociali della città, in drammatico aumento da almeno un triennio, bisogna deliberare e pubblicare un bando – e relativa graduatoria di accesso – per chi fa oggi una richiesta di un alloggio CASE e MAP, per chi l’ha fatta in questi ultimi anni e non ha avuto risposte e per chi è rimasto fuori dall’ultima graduatoria. Dall’ultimo bando CASE e MAP operato dal comune dell’Aquila sono passati 3 anni: allora si registrò un alto tasso di domande, pari a 200, di cui rimase fuori circa la metà dei partecipanti. A questo dato bisogna aggiungere la recrudescenza del COVID che ha creato nuove e ancor più numerose situazioni emergenziali. Il Comune però piuttosto che scorrere integralmente la graduatoria già esistente o aprire un nuovo bando ha inteso operare in maniera diversa attraverso un’analisi caso per caso delle nuove richieste pervenute. L’indirizzo che ha scelto l’amministrazione dovrebbe rappresentare la straordinarietà  dell’azione comunale, non diventare l’ordinariarietà dell’Ente. Basta guardare i numeri che ha generato: dal 2021 si è raggiunto il numero di 80 assegnazioni effettuate singolarmente con determina dirigenziale, cioè, per numeri, l’equivalente di un nuovo bando che avrebbe salvaguardato anche il principio della trasparenza verso i cittadini. Questo senza nulla togliere al lavoro fatto dagli uffici e portato avanti tra mille difficoltà, ma per rappresentare l’esigenza di quanto sia necessaria un’inversione di rotta da parte della Giunta comunale. Inoltre va considerata un’altra criticità: coloro che sono entrati nei PROGETTI CASE e MAP con il bando delle fragilità del 2020 avevano diritto all’alloggio per 24 mesi, al pari di tutti gli altri bandi e convenzioni fatti dal Comune che avevano un tempo limitato e che sono tutte inesorabilmente scadute. Cosa succederà a tutte queste famiglie? Anche su questo c’è urgenza di risposte e certezze non più rinviabili per i tanti cittadini coinvolti. In ultimo c’è da rilevare l’economicità di un’azione amministrativa globale a fronte di una verifica caso per caso: le assistenti sociali infatti sono costrette a un lavoro continuato e certosino per valutare le singole richieste di alloggio, togliendo spazio alle altre valutazioni sulle situazioni emergenziali del settore sociale. Non dimentichiamo che le assistenti sociali svolgono un ruolo determinante nella maggior parte delle azioni del Piano Sociale comunale, in primis sulla disabilità.

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