L’Università dell’Aquila, d’intesa con la Regione Abruzzo, ha sviluppato un protocollo con un metodo applicativo che permetterà di proteggere le coltivazioni di zafferano dai diversi agenti patogeni che annualmente ne diminuiscono la produzione. È questa, la principale finalità del progetto di ricerca “Pro.zaff”, presentato stamane a L’Aquila, presso la sala Auditorium di Palazzo Silone, teso al miglioramento dello stato fisiologico delle piante e alla salvaguardia della coltura contro il fungo patogeno ‘Fusarium oxysporum’. Obiettivo del progetto, è quello di sviluppare metodi innovativi per tutelare le colture mediante la valorizzazione del suolo.
Molteplici le relazioni scientifiche sviluppate dai ricercatori dell’Ateneo aquilano e illustrate alla presenza, tra gli altri, del vice presidente della Regione Abruzzo con delega all’Agricoltura, Emanuele Imprudente, del direttore del Dipartimento di Mesva dell’Università degli Studi dell’Aquila, Guido Macchiarelli, della direttrice del Dipartimento Agricoltura della Regione Abruzzo, Elena Sico, del consigliere delegato del Comune dell’Aquila, Alessandro Maccarone.
“Sulle problematiche relative alla valorizzazione e alla tutela delle colture di zafferano – spiega il vice presidente della Regione Abruzzo con delega all’Agricoltura, Emanuele Imprudente – abbiamo intrapreso con l’Ateneo aquilano un virtuoso percorso comune che ha coinvolto le istituzioni, il mondo della ricerca scientifica e le imprese agricole al fine di individuare nuovi mezzi tecnici per proteggere le coltivazioni e incrementare la produzione. Abbiamo il dovere – continua Imprudente – di difendere i prodotti di nicchia del nostro territorio come lo zafferano, coltivato nell’altopiano abruzzese, e conosciuto e apprezzato per la sua biodiversità e per le sue proprietà benefiche sulla salute, che racconta la nostra storia, la nostra identità, la nostra cultura. Proteggere e promuovere questa preziosa coltivazione – conclude – è fondamentale anche nell’ottica di una profonda riqualificazione dei territori abruzzesi a rischio marginalizzazione economica e demografica”.
Il Progetto pluriennale “Pro.zaff”, finanziato dall’assessorato all’Agricoltura, ha come obiettivo lo sviluppo di protocolli colturali innovativi per la produzione di zafferano attraverso ‘l’utilizzo di batteri con azione biostimolante e di biocontrollo di funghi fitopatogeni’.
“Il protocollo sviluppato dall’Università – afferma Marika Pellegrini, ricercatrice in microbiologia ambientale dell’Università dell’Aquila – andrà a incidere su diversi aspetti qualitativi dello zafferano, tra cui quello metabolico, per ottenere un miglioramento complessivo della qualità funzionale. Sono state sviluppate diverse progettualità – continua – volte ad aumentare la protezione della coltivazione, come la micro propagazione in vitro della coltura priva di patogeni e lo sviluppo dei batteri che, dopo la sperimentazione, potranno essere utilizzati nelle coltivazioni dislocate su tutto il territorio regionale e su quello nazionale”.
Collegato a molteplici benefici per la salute, lo zafferano è utilizzato in fitoterapia nel trattamento dei disturbi dell’umore, come sedativo e antispasmodico. Tra i più potenti antiossidanti, contrasta i radicali liberi, responsabili dell’accelerazione dell’invecchiamento cellulare e, per questa ragione, è un eccellente ingrediente base della cosmesi di lusso.A portare i saluti del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, il consigliere comunale Alessandro Maccarone che ha sottolineato l’importanza di “rafforzare il valore di una coltura millenaria che ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo della città dell’Aquila”.