banner
banner

Sulmona – Bufale da una parte e contraddizioni dall’altra. In sintesi sono queste le accuse che da una parte lancia il Movimento Democratico che sostiene Annamaria Casini e dall’altra il raggruppamento La città che vogliamo di Bruno Di Masci. La lista Movimento Democratico che ha tra le sue fila gli ex consiglieri comunali di maggioranza Valerio Giannandrea e Roberta Salvati in una nota si dichiara “basita davanti alle numerose bufale che il candidato sindaco Bruno Di Masci continua ad enunciare in relazione sia alle opere alle quali rivendica la paternità, sia agli atti amministrativi che intende realizzare come sindaco della città di Sulmona”. Il Movimento Democratico parla di menzogne documentate dal fatto che parte della sua coalizione si è mostrata nettamente contraria a quanto oggi egli stesso annuncia come punti salienti del suo programma per l’assenza dei suoi consiglieri ed assessori nelle riunioni di maggioranza e nelle giunte per l’approvazione della rotazione dei dirigenti. “La città deve sapere – prosegue la nota – che il professore emerito è l’uomo ombra che, operando dietro le quinte, ha fatto cadere l’amministrazione Ranalli, anteponendo l’interesse e le velleità politiche personali a quelli dell’intera città”. Pronta la replica dei portavoce dello schieramento La città che vogliamo. “Bruno Di Masci – affermano – non è uomo ombra, perché ci mette la faccia e fin d’ora, come sempre, si assume le sue responsabilità davanti alla città, contrariamente a chi come l’ex sindaco Peppino Ranalli ha dimostrato insipienza e immobilismo, costringendo ad un gesto di responsabilità verso la città, quello di porre fine alla sua gestione, che oggi conta nostalgici nelle liste di Movimento Democratico, arruolato da Annamaria Casini, che con la sua candidatura a sindaco rappresenta la prosecuzione di quell’esperienza”. I sostenitori di Di Masci accusano quei consiglieri comunali uscenti che ora appoggiano la Casini di essere stati ieri ingannati dall’assessore regionale Gerosolimo e di essere divenuti oggi suoi vassalli. Riguardo alla rotazione dei dirigenti comunali per La città che vogliamo “è mancata l’assenza di metodo corretto che ha finito di paralizzare la macchina comunale, altra responsabilità dell’ex sindaco Ranalli e del cerchio magico composto dai suoi cattivi consiglieri”.

Domenico Verlingieri

Lascia un commento