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Anche i consiglieri regionali dei gruppi del Pd,  Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli e Pierpaolo Pietrucci, di Legnini presidente, Americo Di Benedetto e di Abruzzo in Comune, Sandro Mariani, hanno tenuto la conferenza stampa di fine anno alla presenza del segretario regionale dei Giovani Democratici Saverio Gileno. Con tanto di scheda riassuntiva, i consiglieri non hanno trascurato alcun particolare per sottolineare li dove la destra in Regione ha fallito:

Agricoltura

Fino a oggi zero gli euro a sostegno del comparto primario, nessuna riforma e l’annunciato potenziamento della rete irrigua, è un sogno irrealizzabile, visto che dopo cinque anni di governo l’Abruzzo non ha progettato nulla per poter attingere ai fondi del PNRR, 1,6 miliardi di euro.

Fondi europei

Fallimentare anche sul fronte della spesa di risorse europee il governo Marsilio, che a fine consiliatura certifica 133 milioni di risorse non utilizzate. Che l’Abruzzo collezionasse solo brutte figure in materia di impiego e spesa dei Fondi UE lo andiamo dicendo ormai da anni, l’ultima volta è solo di pochi mesi fa, ma oggi a confermarlo è l’Autorità di certificazione della Regione Abruzzo stessa, che nero su bianco ha cristallizzato una spesa pari al 70,63% sul FESR e al 62,44% sull’FSE e il fatto che ben 133 i milioni di euro risultano non utilizzati da questa Giunta, nonostante la proroga Covid. Non solo ci confermiamo fra le peggiori regioni italiane per utilizzo dei Fondi strutturali, ma queste risorse non potranno essere impiegate in ambiti importantissimi e strategici quali le politiche attive e passive del lavoro, la formazione, gli investimenti per le imprese, il risparmio energetico.

Imprese

Nessuna delle iniziative proposte a favore delle imprese e dei comparti produttivi è stata adottata affinché le imprese locali potessero essere rafforzate, un’inerzia che vede le imprese artigiane perdere 1.880 unità, una perdita del 6,29 per cento, più del doppio del dato italiano.

Infrastrutture portuali

Fallito il progetto di creare un sistema portuale autoctono, fallito anche quello di  di spostare l’Autorità portuale a Civitavecchia e attivare il Corridoio 5 su cui viaggiano merci e progetti del resto d’Europa.

Infrastrutture viarie e ferroviarie

Male le infrastrutturali stradali, su cui si registra solo il definanziamento delle opere del Masterplan. Le autostrade restano vetuste e poco manutenute, e sui pedaggi, oltre al danno la beffa che il governo amico ha persino licenziato il tavolo con i sindaci abruzzesi. Nessuna opera certa su ferro, di definito c’è invece la perdita di 620 milioni di PNRR per la velocizzazione della linea Roma Pescara e di ulteriori 800 mln sulle altre linee di finanziamento, oltre all’incertezza sulla sorte dei 7,2 miliardi destinati alla ferrovia.

Trasporti

Si chiude la consiliatura con un trasporto pubblico che affoga fra i disservizi e inadempienze pesanti circa gli accordi presi e le norme vigenti a livello contrattuale. La Regione resta sorda anche alla mobilitazione delle sigle sindacali, a conferma della totale assenza di governance di un altro settore strategico dei collegamenti interni ed esterni all’Abruzzo. Dopo le ripetute perdite e abbandoni registrati all’Aeroporto d’Abruzzo a causa delle mancate scelte della Saga, va male anche il trasporto su gomma, afflitto da gravissime mancanze strutturali che il centrodestra non è stato capace di colmare.

Sanità

In cinque anni la programmazione e l’edilizia sanitaria sono ancora sulla carta. Della consiliatura Marsilio non ricorderemo opere, ma solo annunci e debiti. La sanità, fra i tanti bluff del governo regionale di centrodestra, è quello più grosso e dagli effetti peggiori per la comunità: oggi i cittadini pagano servizi e prestazioni che non ricevono. Intanto in Abruzzo crescono le liste di attesa, cresce la mobilità passiva, i deficit delle 4 Asl, arrivati ormai oltre i 170 milioni di euro, come rileva anche la Corte dei Conti, ci sono 25.000 prestazioni in meno, fra le altre cose. L’unico primato tangibile oltre ad aver tradito il mandato del 2018, è aver riportato la sanità regionale indietro di dieci anni, costringendo alla fuga migliaia di pazienti, nonostante la trincea di medici e operatori sanitari che ogni giorno cercano di salvare vite e curare chi non ha risorse per migrare.

Diritti

Nemmeno sul fronte civile l’Abruzzo di Marsilio riesce ad essere memorabile. L’occasione di lasciare un segno nella lotta alla violenza di genere e a favore di un’educazione alla parità approvando subito la nostra proposta di legge già pronta per andare in aula langue. Il Consiglio regionale avrebbe potuto trasformare la nostra proposta su questi temi in legge entro il 2023, dando le coperture per intervenire e la forza di diventare efficace già da gennaio. Era una questione di volontà, come quella di dare la differenza rispetto al resto d’Italia approvando la nostra proposta di legge sulla parità salariale, ma a questa maggioranza oltre che il coraggio di portare avanti tematiche “nuove” e fortemente sentite, è mancata la volontà di cambiare in meglio oltre che la vita anche gli orizzonti dell’Abruzzo e degli abruzzesi. E il risultato è sotto gli occhi di tutti.

“Il bilancio approvato, che avrebbe dovuto raccontare i cinque anni di amministrazione, non riesce a incidere positivamente sulla vita degli abruzzesi, tradendo tutte le promesse fatte. La consiliatura si chiude senza alcuna legge sul diritto allo studio. Per le borse di studio la Regione stanzia solo 5 milioni a fronte di oltre duemila idonei non beneficiari, zero l’impegno per l’edilizia universitaria, salvo far passare per proprio il progetto di studentato all’ex Ferrhotel di Pescara lavoro della Giunta regionale e comunale di centrosinistra. Giacenza anche sulle proposte avanzate dagli stessi giovani, attraverso le iniziative dei Giovani Democratici”, è il commento dei consiglieri.

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