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SULMONA – La scelta degli scrutatori per le elezioni amministrative del prossimo 5 giugno è uno dei primi argomenti a tenere banco nelle battute iniziali della campagna elettorale. In un acceso dibattito fra i sei candidato sindaco è stato Bruno Di Masci ad aprire le danze. Il raggruppamento civico “La città che vogliamo” chiede che gli scrutatori nei seggi elettorali siano designati per estrazione a sorte e la scelta quindi non sia rimessa alla esclusiva discrezionalità dei componenti la commissione consiliare competente. Infatti tre componenti della commissione sono candidati consiglieri nelle prossime elezioni e si tratta di Mario Sinibaldi, Alessandro Pantaleo e Daniele Del Monaco. “Per garantire l’assoluta trasparenza all’operato della commissione stessa e nello spirito che portò il Consiglio comunale all’approvazione di una delibera che ha previsto criteri di scelta mirati a privilegiare cittadini in condizioni di disagio, soprattutto giovani disoccupati o lavoratori precari, sarà bene che la designazione degli scrutatori sia compiuta con il metodo del sorteggio”, fanno sapere da “La città che vogliamo”. Per il candidato sindaco di Forza Italia Elisabetta Bianchi “la macchina elettorale deve contribuire al rilancio dell’economia nella trasparenza e competenza”. “Ci lascia perplessi il fatto”- sostiene la Bianchi- “che la scelta degli scrutatori ricada su una commissione consiliare composta da consiglieri dimessi ed attualmente interessati alla campagna elettorale in quanto candidati nelle liste in appoggio al candidato sindaco Annamaria Casini. In uno stato di diritto la questione dovrebbe essere affrontata con criteri di uguaglianza e parità di opportunità di tutte le forze politiche”. Dice la sua anche Annamaria Casini. “Sulla scelta degli scrutatori, ritengo che si debba dare priorità ai disoccupati e a coloro che si trovano in difficoltà economiche, privilegiando procedure selettive che potranno garantire maggiore trasparenza”, incalza Casini. “La questione, comunque, dovrebbe essere sollevata non solo in occasione delle elezioni amministrative attuali, ma in ogni occasione di voto, tanto più che al momento non sussisterebbero i tempi sufficienti all’indizione di una procedura selettiva mirata ad individuare gli aspiranti che versano in situazioni di bisogno. Ci chiediamo quindi come mai tanta solerzia , solamente ora, da parte del candidato sindaco Bruno Di Masci nell’occuparsi di questo argomento e non anche in occasione del referendum che si è svolto poche settimane fa, dimenticando che tra i componenti della commissione elettorale, che nel 2013 optò per la nomina diretta, c’era anche l’attuale candidato consigliere Luciano Marinucci”. “Voglio sottolineare”- aggiunge- “che ritengo opportuno in campagna elettorale dare priorità a contenuti del programma di ciascuno evitando espedienti per sottrarsi al confronto su questioni riguardanti la città”. Il candidato sindaco di Sel Domenico Capaldo sostiene che “se esiste un albo è chiaro che si deve attingere a questo, ma, nel contempo nel caso in cui vengono selezionate persone che non hanno “bisogno economico” o che sono politicamente esposte il buon senso consiglierebbe di evitare una partecipazione/esposizione nel ruolo”. Per il candidato sindaco di Sovranità Alberto Di Giandomenico è fondamentale che “ il sorteggio venga eseguito nel rispetto della legalità e che”- rimarca- “ il Presidente di seggio e gli scrutatori abbiamo le competenze e la giusta preparazione”. Chiude il candidato sindaco di Sbic Alessandro Lucci. “C’è stata una commissione che se ne occupata negli ultimi tre anni fatta anche da consiglieri dell’amministrazione Ranalli di cui io non facevo parte. Si devono seguire i lavori di quella commissione e se alla gente piace e trova quelle linee guida giuste ed eque si può pensare di votare nuovamente quelle persone, altrimenti bisogna necessariamente cambiare”. Lucci si schiera a favore dell’equità e sostiene che “anche in questo caso è la gente con il proprio voto che decide come fare”.

Andrea D’Aurelio

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