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Alberto Albani, referente per le emergenze in Abruzzo, a capo della task force sull’emergenza coronavirus, membro del Gruppo tecnico scientifico regionale (Gtsr), afferma: “L’estate folle in Abruzzo ci è costata oltre 500 morti. Le maggiori libertà per le festività natalizie non devono assolutamente essere lette come un ‘liberi tutti’. Ci auguriamo che ci sia un maggiore senso di responsabilità, anche perché quello che accadrà a gennaio e l’eventuale terza ondata dipenderanno esclusivamente dai nostri comportamenti in queste settimane”.

Albani poi sottolinea che “la situazione sta migliorando: i contagi scendono e diminuisce pure la pressione sugli ospedali, anche se in modo estremamente lento.

Intanto il Governo è ancora diviso sulla possibilità di spostamenti a Natale. Si sta lavorando sull’ipotesi di allentare sui divieti previsti il 25 e 26 dicembre e l’1 gennaio, con due alternative: intervenire in Parlamento con una modifica del decreto o “limare” le faq. Il premier vorrebbe aprire qualche spiraglio ma con un’attenzione sempre alta. “L’epidemia ha ancora numeri troppo alti per abbassare la guardia”, afferma il ministro della Salute Speranza. “Fino al 15 gennaio questo Dpcm rimarrà ancora vigente, ma tante regioni in queste settimane passeranno da zona arancione a zona gialla, quindi noi stiamo restituendo spazi di libertà. È chiaro che una cosa è la zona rossa dove tutti i negozi sono chiusi e un’altra la zona gialla dove ci sono limitazioni più contenute – ha continuato – dobbiamo riuscire a reggere queste due settimane molto insidiose del Natale, è inverno, si sta in luoghi chiusi, si areano meno gli spazi perché fa freddo. Sono spaventato come in estate – ha sottolineato – perché molti hanno pensato purtroppo che la partita fosse vinta, poi abbiamo visto che cosa è successo. Io penso che dobbiamo tenere il punto, perché se superiamo questa fase del Natale poi potremo immaginare da febbraio, quando si incomincerà con il vaccino, di poter guardare con più fiducia il futuro. Ma bisogna essere chiari – ha detto ancora – perché il vaccino arriva ma le dosi non arriveranno tutte insieme. Pfizer all’inizio ci darà 3,4 milioni di dosi e noi riusciremo a coprire 1,7 milioni di persone, perché servono due dosi a persona. Per questo serve ancora tempo. Dobbiamo fare ancora uno sforzo e poi un po’ alla volta potremo tornare, gradualmente, alla vita di sempre riappropriandoci di tutte le libertà”.

Nei territori, invece, c’è chi annuncia nuove strette. E proprio il ministro per le Autonomie, Francesco Boccia, plaude al sindaco di Bari, Antonio Decaro, il quale ha predisposto un’ordinanza “anti-aperitivo” per evitare assembramenti il 24 e il 31 dicembre che prevede la chiusura dei negozi alle 13, allo stop delle attività di ristorazione (anche per l’asporto) alle 11 con divieto di stazionamento in 29 strade e piazze della città, i tradizionali luoghi della movida e dello shopping, nelle vigilie di Natale e Capodanno. “L’esempio di Bari – sostiene Boccia – è emblematico anche per chi in questo momento sollecita allentamenti non giustificabili dai dati dell’epidemia, né adottati da nessuna nazione dall’Europa”.

Anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, annuncia una nuova ordinanza regionale, rivolta soprattutto al tema degli assembramenti, che entrerà in vigore da subito fino alla scadenza del Dpcm del Governo.

E in Abruzzo è attesa a breve per via telematica l’udienza del Tar de L’Aquila sul ricorso presentato dal Governo in merito all’ordinanza sulla zona arancione firmata con due giorni di anticipo domenica scorsa dal governatore Marco Marsilio.

 

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