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SULMONA – “Sindaco, rompi gli indugi”. Per il capogruppo di Avanti Sulmona Fabio Pingue la scadenza da tenere in considerazione non è quella del 31 agosto ma del 10 settembre, quando la campanella tornerà a suonare. Come a dire che bisogna pensare agli interessi della città. Le dichiarazioni del primo cittadino, rese oggi a Onda Tg, hanno indotto le forze politiche ad aumentare il livello del dibattito. E Pingue, oltre alla richiesta di rompere gli indugi, invita la Casini a fare mea culpa. “Ti abbiamo chiesto, sin dal primo istante”- interviene il consigliere rivolgendosi al sindaco- “di essere garante e interprete delle diverse anime di questa maggioranza per raggiungere scopi comuni e risultati apprezzabili. Tu avresti dovuto essere il mediatore e la sintesi della nostra complessità e trovare proprio in quella vivacità politica il migliore stimolo e la più utile garanzia di risultato. Hai piegato, invece, alle ambizioni politiche di un uomo senza casa, in cerca perenne di sistemazione, il senso istituzionale di essere sindaco. Hai fatto completo affidamento su Andrea Gerosolimo. Comprensibile Sindaco, ma, è arrivato il momento di ammetterlo: fallimentare. Gerosolimo si è dimostrato incapace anche solo di avviare un progetto amministrativo e la sua ingombrante figura ha imbrigliato tutti noi all’interno di un sistema dispotico e rissoso. Qualsivoglia forma di autonomia di pensiero o posizione parzialmente critica comportava l’immediata qualificazione di “traditore”- tuona Pingue che aggiunge in un altro passaggio: “questa città deve sapere se potrà contare su di te a guidarla come vero sindaco, libero ed autonomo, se sei pronta ad affrancarti da chi ti ha malcondotto a questo punto morto”. Sulla crisi in atto, dal fronte della minoranza, interviene anche Sbic che guarda avanti, già alle prossime elezioni comunali. Secondo il gruppo “i problemi della città sono tanti e c’è bisogno di un gruppo che sappia, voglia aggredirli. Non si può andare avanti con striminziti pseudo documenti politici di maggioranza e pettegolezzi infantili: dobbiamo muoverci con la forza e la determinazione di una città intera, la società delle imprese, quella delle professioni, il popolo dei precari, tutti i cittadini insieme per percorrere la strada del bene comune”. E poi respinge il “vecchio modo di fare politica già balbetta di accordi che ci coinvolgerebbero. Quando e se sarà”- precisano da Sbic- “tutto questo verrà fatto alla luce del sole e non come si è sempre fatto in oscuri conciliabili”. Qualcosa quindi sicuramente bolle in pentola.

Andrea D’Aurelio

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