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Torna il silenzio, a Sulmona, sulla lotta alle mafie. Lo rileva la consigliera comunale, Teresa Nannarone, in una nota che pubblichiamo. “Dal 1996 il 21 marzo si celebra la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie, promossa da Libera Contro le Mafie e Avviso Pubblico.
Da quasi due anni (giugno 2022) giace nei cassetti del Comune di Sulmona un ordine del giorno, sottoscritto da tutti i consiglieri comunali e recepito dal Sindaco. Un atto che se trasformato in “fatto” avrebbe costituito un esempio per il Paese e certamente un segnale di crescita per la Città in termini sociali, forse economici, ma certamente culturali e di prevenzione. Lo so che parlare di mafie è scomodo.
Ve lo ricordate Guerino Avignone, ‘ndranghetista e pluriomicida finito “per caso” a lavorare in Comune? Io si, me lo ritrovai sotto lo studio, sotto casa e persino in tribunale perché denunciò me ed altri.
E ve lo ricordate che di mafie dei pascoli si parla quanto meno dal 2019? Ora che siamo finiti su Repubblica nessuno può fare finta di non sapere: i mafiosi siciliani sceglievano i nostri terreni anche dal penitenziario di Sulmona. E il pericolo del carcere con la più alta percentuale di detenuti in circuiti di alta sicurezza d’Italia? e di coloro che una volta usciti si insediano in città, aprono attività, senza nessuna consapevolezza da parte dei cittadini? E l’operazione della DDA di Napoli per la droga e i telefoni sempre nel carcere di Sulmona, e il boss che qui si costituisce perché vuole scontare la pena a via Lamaccio?
Tutti sono ora in grado di capire i rischi della realtà in cui viviamo. E le Istituzioni hanno quanto meno il dovere della sensibilizzazione ai rischi e della promozione della cultura della legalità. A quel protocollo per la tutela del territorio contro le infiltrazioni della criminalità organizzata avevo lavorato tanto: con l’ex pm antimafia Franco Roberti, con Nicola Morra e Giuseppe Antoci. Era un salto di qualità in termini di prevenzione e consapevolezza. Avevo persino strappato la promessa a Nino Di Matteo di venire a Sulmona, ma per dirgli cosa? Che noi la battaglia contro le mafie l’abbiamo secretata nei cassetti di Palazzo San Francesco? Perché è risultato complesso applicare tutti gli otto punti del protocollo? Forse, ma esistono cose semplici quando si parla di mafie? Due punti però erano facili, facilissimi e a costo ZERO: celebrare con iniziative pubbliche la “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie” e intitolare, nel trentennale delle stragi di Capaci e Via D’Amelio, una piazza, una strada, una scuola della nostra città a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E invece nulla, nulla, nulla di nulla è stato fatto nonostante i solleciti: le strade si sono intitolate, ma a Falcone e Borsellino no. E le giornate si tenta di celebrarle alla meno peggio, ma quelle in ricordo delle vittime delle mafie no. “La mafia uccide, il silenzio pure” diceva Impastato. Già, Impastato. E dalla città di Ovidio, di Capograssi, del silenzio e dell’omertà, è tutto”

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