Un fatto più unico che raro. Dopo i numerosi appelli, ovviamente rimasti inascoltati, del Gruppo del Pd in Consiglio Regionale e del Gruppo Comunale Uniti per Caramanico, ora perfino i curatori fallimentari della Società delle Terme – che ringraziamo per la rettitudine con cui stanno svolgendo il proprio lavoro – sollecitano formalmente la Regione Abruzzo alla ricollocazione della concessione delle acque termali. Infatti, malgrado le rassicurazioni fornite a più riprese – da ultimo l’annuncio della prossima pubblicazione del bando per lo sfruttamento della risorsa idrica nel corso della visita svolta a Caramanico dal Presidente Marsilio lo scorso 23 gennaio -, lo stallo permane a discapito di una comunità che settimana dopo settimana rischia di perdere la propria vocazione turistica. Nel frattempo sono andate deserte entrambe le aste espletate per la vendita dei due lotti, quello dello stabilimento termale e quello della struttura alberghiera. Come rilevano anche i curatori, senza la possibilità di avere in concessione lo sfruttamento della risorsa idrica, l’acquirente rischia di comprare una “scatola vuota” e inutilizzabile. Proprio per questo abbiamo più volte invitato la Regione a partecipare all’asta per acquisire quantomeno il lotto comprendente lo stabilimento termale, al fine di riunificare in unico soggetto titolarità dell’impianto e concessione delle acque termali, e scongiurare una dicotomia che potrebbe dare adito a ricorsi e problematiche di vario tipo. Una richiesta che reiteriamo anche in questo frangente, a seguito del comunicato dei curatori fallimentari su carta intestata del Tribunale di Pescara, perché – ribadiamo – rappresenta l’unica soluzione in grado di garantire una struttura pienamente operativa, sia per un’eventuale gestione diretta che per un affidamento a terzi. Mentre la Regione Abruzzo continua a tergiversare, Caramanico si appresta a vivere la terza estate consecutiva senza terme. Una serrata con gravi ripercussioni sull’intero comprensorio della Maiella, sulle attività economiche sempre più compromesse e sulla sanità abruzzese, che privata di uno storico punto di riferimento per l’erogazione delle prestazioni termali sta vedendo incrementare la mobilità passiva. Da parte nostra riteniamo la questione di estrema importanza, per cui continueremo ad incalzare senza sosta la Regione nel tentativo di scuoterla dalla prolungata inerzia.