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SULMONA – Il Comune di Sulmona fa figli e figliastri fra le squadre di pallacanestro. E quanto denuncia l’Asd Sulmona Basket 1956 che accusa l’ufficio sport di Palazzo San Francesco di favorire l’altra società del Basket Centro Abruzzo sull’utilizzo del Palazzetto dello Sport di via XXV Aprile. Il presidente Matteo Salvatore spiega che, a seguito di una richiesta inoltrata il 29 luglio e confermata il 29 agosto, il Comune aveva concesso il Palasport al Sulmona Basket per tre ore settimanali serali il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 21 alle 22 dietro il regolare pagamento effettuato per il mese di ottobre, tramite bonifico, di 330 euro. Oggi però si è verificato tutto e il contrario di tutto. Con una nota a firma dell’assessore allo sport Mario Sinibaldi sono stati stabiliti orari diversi da quelli concordati in precedenza, concedendo le giornate di lunedì, mercoledì e venerdì dalle 17.15 alle 22.15 al Basket Centro Abruzzo e non più al Sulmona 1956 che ottiene invece il martedì e il giovedì dalle 17 alle 19 ed il sabato pomeriggio compatibilmente con le attività del volley. La decisione è stata assunta, come ha spiegato Sinibaldi, alla luce delle difficoltà di convivenza tra le due società. Si tratta di un vero e proprio ultimatum dell’assessore allo sport che minaccia di mandare il Sulmona Basket 1956 nella palestra della scuola media Ovidio se non dovesse accettare le nuove disposizioni. “Con un improvviso e inaspettato voltafaccia – afferma con rammarico Matteo Salvatore – l’ufficio sport del Comune di Sulmona ha azzerato quanto concordato, proponendo altre soluzioni che oserei offensive e provocatorie, in quanto si dà preferenza assoluta al Basket Centro Abruzzo, accogliendo tutte le loro richieste, comprese le ore riservate a partite tra scapoli e ammogliati, estromettendoci di fatto dall’utilizzo del Palazzetto dello Sport”. Stando ai nuovi orari, domani venerdì alle 21 il Sulmona Basket 1956 non potrebbe allenarsi al Palasport. “Noi invece ci saremo – annuncia Salvatore – perché ci spetta di diritto per gli accordi presi verbalmente”. Come dire, la vicenda non finisce qui.
Domenico Verlingieri

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