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SULMONA. Non una polemica ma un’attività legittima di un consigliere comunale. Così la consigliera, Teresa Nannarone, rincara sulla costruzione della villa di via Tratturo e attende una risposta scritta dal sindaco, Gianfranco Di Piero. Di seguito la nota

“Ricordo al Sindaco che la sottoscritta ha effettuato una regolare interrogazione come consentito dalla legge e dal regolamento del Comune di Sulmona. Quindi definire “polemica” la legittima attività di una consigliera comunale, dà la misura di quanto sia puerile e strumentale la nota diramata oggi dal primo cittadino. Riporto perciò pubblicamente le OTTO DOMANDE RIVOLTE AL SINDACO IL 6 MAGGIO 2024, di modo che ognuno possa constatare che in nessuna gli è stato chiesto di intervenire sul procedimento autorizzatorio concluso DA OLTRE UN ANNO (precisamente 23 marzo 2023), ma se fosse a conoscenza dell’iter, se lo condivideva e se intendeva discuterne in Consiglio Comunale atteso che la costruzione in Via Tratturo ha suscitato molte perplessità in Città. Queste le domande:
“.. la sottoscritta Consigliera Comunale interroga per iscritto il Sindaco, con illustrazione in aula, per sapere:

  • 1) se il Sindaco sia a conoscenza o meno della ricostruzione dei fatti e degli atti come riportata nella presente interrogazione;
  • 2) se il Sindaco abbia avuto modo di verificare o meno che le note degli Uffici prive di data e di numero di protocollo siano state una modalità comunicativa consapevole o se si sia trattato di un errore materiale;
  • 3) se il Sindaco ritenga condivisibili o meno le giustificazioni degli uffici che, nel rifiutare gli atti, citano sentenze di merito inconferenti e precedenti l’emanazione della legge del 2013, come modificata, oltre un regolamento comunale del 2002;
  • 4) se il Sindaco condivida la nota a firma di XXXX e YYYY (priva di prot. e data), in riscontro a quelle del sig. Pizzola del 13 e 25 agosto 2023, in cui viene citata la possibilità di una deroga alla L.R. 49/12 “a quanto previsto dagli strumenti urbanistici vigenti” e se sappia quale sia il percorso per procedere “in deroga” a tale legge e lo possa indicare;
  • 5) se il Sindaco intenda o meno rispettare e far rispettare la legge che consente l’accesso civico cd generalizzato come previsto dal Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 (Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni come modificato dal d.lgs 97 del 2016), e quindi dare o meno indicazioni nette agli Uffici di fornire ai richiedenti tutta la documentazione e tutte le risposte necessarie;
  • 6) se il Sindaco con particolare riferimento al permesso a costruire n. 2059/23/AL del 2023 che cita “lavori di ristrutturazione urbanistica consistente in demolizione, ricostruzione, ampliamento e cambio destinazione d’uso di un “edificio in Via Tratturo” e il parere favorevole del Rup sulla base dei “riscontri effettuati”, abbia avuto modo di verificare o meno, alla luce delle molteplici note ricevute, se effettivamente il capanno/ricovero preesistente fosse un edificio o piuttosto un semplice manufatto di lamiera e tavolacci di legno, se una parte della struttura fosse adibita o no ad uffici, dotata o no di servizi igienici, di allacci di energia elettrica e di acqua potabile oppure no. E se si attraverso quali procedure e quali documenti può essere dimostrato;
  • 7) se il Sindaco abbia preso o meno visione della documentazione relativa alla sanatoria;
  • 8) se questa Amministrazione intenda informare o no in maniera trasparente i cittadini interessati, oltre che per iscritto, anche in un apposito e chiarificatore Consiglio Comunale di tutto quanto accaduto nella vicenda inerente l’area interessata per:
  • la mancanza dei dovuti riscontri e consegna dei documenti richiesti;
  • le motivazioni addotte e la loro fondatezza o meno;
  • la documentazione relativa alla procedura della sanatoria del manufatto/capanno/ricovero preesistente all’edificio in costruzione;
  • la attuale destinazione dell’area;
  • l’esistenza o meno di vincoli nazionali, regionali o comunali;
  • l’iter della edificabilità e del permesso a costruire n. 2059/23/AL del 2023;
    e ciò per fugare ogni ragionevole dubbio circa la volontà di comprimere i diritti dei cittadini alla conoscenza di quanto accade e di aggirare leggi e regolamenti in materia urbanistica e di contributi pubblici”.
    A queste otto domande aspetto risposta da circa un mese. Come mai?
    E come mai tante frottole nel comunicato diramato oggi ivi compresa la richiesta di “un pronunciamento di merito sulla legittimità” quando in nessuna delle mie domande viene posto questo interrogativo?
    Ricordo al Sindaco che l’art. 50 TUEL enti locali gli impone comunque di sovrintendere al funzionamento dei servizi e degli uffici e all’esecuzione degli atti.
    Diversamente quale sarebbe il suo ruolo? Presentare libri? Tagliare nastri? Recitare sermoni? No, la legge prevede ben altro, e lui si che dovrebbe saperlo dopo tre anni quasi dal’insediamento!
    E sempre a proposito di “legge”, siccome in Consiglio l’assessore Berardi ha citato persino il nome del CTU nominato dal magistrato, come è possibile che il Sindaco affermi che dell’inchiesta in corso viene a saperlo dalla stampa?
    Gli uffici non informano il Sindaco? O il Sindaco ben lo sapeva ma mente agli elettori dicendo di averlo appreso dalla stampa?
    La realtà è che Gianfranco Di Piero le inventa tutte per evitare un confronto politico e trasparente, arrivando persino ad affermare: “che l’espressione di un parere costituirebbe una impropria ingerenza nei confronti dell’autonomia di giudizio dell’autorità inquirente”.
    E di nuovo sbaglia: coinvolge la magistratura inquirente addirittura preoccupato della sua “autonomia di giudizio”, mentre, come è noto, i magistrati inquirenti NON GIUDICANO MA FANNO LE INDAGINI. La differenza tra magistratura inquirente e giudicante è sostanziale, ma non per Di Piero evidentemente, perso com’è a fuggire dalla mia interrogazione.
    Come ho fatto già in Consiglio, riassumo in uno gli otto quesiti: quale l’iter, e quali le leggi a supporto, che hanno fatto sì che in un’area destinata dal PRG a parco territoriale ed urbano venisse edificata, al posto di una rimessa, una costruzione privata, aumentata la volumetria, cambiata la destinazione d’uso da magazzino a residenziale, usufruendo anche dei fondi pubblici, come si legge nel cartello di cantiere? Attendo risposta scritta”

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