banner
banner

Si dovrà attendere la giornata di domani per dare un nome, un volto e una spiegazione alla tragedia che ha colpito la piccola comunità di Castrovalva, frazione di Anversa degli Abruzzi, per il ritrovamento di un cadavere in un sacco a pelo all’interno di una grotta. L’esame autoptico, che servirà a fare luce sulla delicata vicenda, sarà eseguito nella giornata di domani dall’anatomopatologo, Pietro Falco. Le analisi che verranno compiute presso l’ospedale di Chieti dovranno chiarire com’è morto l’uomo, di età avanzata, e cercare di dare anche spunti utili sulla sua identità. La prima ricognizione cadaverica non ha rilevato chiari ed evidenti segni di violenza, ma soprattutto il viso era sfigurato dalla lunga permanenza sul posto, si stima almeno una decina di giorni, che ha favorito l’attacco di animali selvatici che lo hanno reso sostanzialmente irriconoscibile. Bisognerà chiarire come il corpo sia arrivato in quella posizione e come mai è stato notato solo dopo tanto tempo. Si potrebbe trattare di un viandante, colto da malore durante un’escursione, nonostante l’età presunta, piuttosto avanzata. Forse l’uomo aveva cercato riparo nella grotta vicina e, dopo il decesso, il suo corpo è stato trascinato verso la strada dagli animali. L’ipotesi più cruenta è che invece l’anziano sia stato ucciso in un altro posto e poi scaricato a Castrovalva per occultare il corpo, rinvenuto solo lo scorso 30 luglio da due escursionisti che hanno notato cattivo odore lungo il tragitto e scoperto il sacco a pelo che conteneva il corpo. Definite le cause della morte, però, si dovrà anche chiarire l’identità del cadavere e come sia possibile che non risultino denunce di smarrimento o assenze prolungate a carico di persone anziane nella zona. Per questo gli organi inquirenti mantengono le bocche cucite. In attesa dell’autopsia, sperando che la stessa sciolga qualche dubbio.

Lascia un commento