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SULMONA – Non era all’Aquila ma a Chieti, nell’ospedale Santissima Annunziata, dove il giorno prima aveva dato alla luce il piccolo Diego. Ma il terremoto era stato avvertito anche a 88 km di distanza. Scosse infinite e lunghissime con la paura che prendeva il sopravvento. Così Isabella, che nell’antivigilia del terremoto divenne mamma per la prima volta, decise di firmare le dimissioni e “fuggire” dall’ospedale. La storia di una donna sulmonese risuona oggi, dopo 15 anni, da quel sisma che segnò l’intera regione, L’Aquila in primis, illuminata questa notte dalle fiaccole del ricordo. “E’ un evento terribile che abbiamo vissuto in pieno”- racconta Isabella-“ero stata da poco operata e sottoposta al cesareo e avevo mio figlio accanto al lettino. La circostanza ci ha portato anche a scappare, in un certo senso, perchè le scosse continuavano. Siamo andati via e ho firmato la notte stessa, nonostante i postumi del parto. In ospedale arrivavano gli elicotteri e portavano tutti i superstiti dell’Aquila che erano rimasti sotto le macerie e avevano subito gravi danni. Un’invasione di sirene e richieste di soccorso che ricordo molto bene”. L’altro giorno, il 4 aprile, Diego ha spento 15 candeline. Nato sotto il tormento del sisma ma quel fiocco azzurro si fa messaggio. Perchè nell’antivigila del terremoto tutto era ancora “come prima”, senza cuori e case da ricostruire. Che quella notte l’ospedale San Salvatore dell’Aquila era inagibile dopo le 3,32 lo conferma e lo ricorda la madre di Giorgia, una ragazza venuta alla luce proprio il 6 aprile. “Mi hanno caricato e mi hanno portato in elicottero dall’Aquila a Pescara. Non ci ho capito niente. Ho pianto per il terremoto e nello stesso tempo pensavo ‘che bello ho mia figlia tra le braccia’”- racconta la donna, visibilmente emozionata. Sono emozioni contrastanti tra il dolore per chi è rimasto sotto le macerie e la trepidazione di una vita che nasce, anzi due, sperando in un avvenire più sereno. Dopo 15 anni il sorriso di Diego e Giorgia accende una piccola luce nel tunnel del ricordo sempre vivo.

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