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Sulmona – Non ci sono buone prospettive per l’affidamento in house al Cogesa del servizio rifiuti, avvenuto nel novembre 2014 da parte dell’amministrazione Ranalli. Dovrà pronunciarsi nel merito la Corte di Giustizia europea che nel frattempo ha richiesto l’intervento della Commissione Europea che ha emesso il parere lo scorso 19 aprile, tenuto nascosto per tutto il periodo della campagna elettorale perché non c’è da stare tranquilli. Il giudizio tecnico della Commissione, sulla base dell’istanza formulata dalla Undis che sottolinea come l’affidamento diretto pone fuori dal mercato le altre società del settore, solleva alcune questioni che potrebbero rimettere in discussione tutto con il rischio di annullare l’affidamento del servizio al Cogesa creando un precedente che spingerebbe a rivedere quanto avvenuto anche in altri Comuni.

La Commissione suggerisce di rispondere ai quesiti pregiudiziali formulati dal Consiglio di Stato su due aspetti:

“1. Per stabilire se un’entità affidataria svolga prevalentemente la propria attività con enti controllati, ai sensi della giurisprudenza sull’affidamento in house, l’attività imposta da un’amministrazione pubblica non socia in favore di altri enti pubblici non soci dev’essere considerata come attività svolta con soggetti terzi. Gli enti che controllano l’entità affidataria possono dunque essere dispensati dall’avviare una procedura di aggiudicazione di un appalto solo se l’attività svolta con tali soggetti terzi abbia meramente carattere marginale”.

Ciò vuol dire che non può essere considerata l’attività svolta con altri enti locali che non controllano l’affidataria anche se è stata imposta da un altro ente sovraordinato (in questo caso la Regione Abruzzo) perché non sussiste il motivo che giustifica il riconoscimento dell’eccezione per quanto concerne gli affidamenti in house. E’ pertanto da intendere tale attività solo e soltanto con soggetti terzi.

“2. Qualora fosse accertato che prima di una certa data gli enti pubblici soci dell’entità affidataria non esercitavano congiuntamente sulla stessa un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi, gli incarichi ad essa affidati prima di tale data non potrebbero essere considerati per stabilire se fosse soddisfatta la condizione secondo cui l’entità affidataria deve realizzare la parte più importante della propria attività con gli enti locali che la controllano”.

Qui la Commissione osserva che non è possibile stabilire se precedentemente alla stipula della convenzione i Comuni soci del Cogesa esercitassero congiuntamente il controllo analogo.

Dal parere della Commissione europea permangono dunque dubbi e perplessità sulle procedure messe in atto dalla precedente amministrazione per l’affidamento in house al Cogesa. I giudici europei dovranno emettere la sentenza sulla scorta  del giudizio tecnico della Commissione che ha fatto notare come la situazione non sia del tutto chiara. L’esternalizzazione del servizio passò, tra tante polemiche, con i voti favorevoli della maggioranza e quelli contrari della minoranza. Se ora dovesse essere annullato tutto come si metterebbe in termini politici visto che esponenti dell’ex amministrazione Ranalli sono convinti sostenitori di quella attuale?

Domenico Verlingieri

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