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SULMONA – “Non un sistema in affanno ma una negligenza da parte delle professioniste per il mancato invio di idonea certificazione da parte del proprio medico di medicina generale di avvenuta guarigione dal Covid-19 e/ dell’indicazione della data di differimento della somministrazione o di esenzione permanente. Dal 15 dicembre il completamento del ciclo vaccinale e della dose booster è requisito per l’esercizio professionale di tutti gli operatori sanitari (del 172/21 oggi legge)”. Così Maria Luisa Ianni, Presidente dell’Ordine delle Professioni infermieristiche (Opi) della provincia dell’Aquila interviene sulla sospensione disposta per due infermiere dell’ospedale di Sulmona che non si sono sottoposte alla terza dose di vaccino anti Covid. Per entrambe nessuna comunicazione è pervenuta da parte loro dal medico di medicina generale. Una disattenzione pericolosa secondo Ianni, data la nuova e stringente norma che ha fatto scattare il provvedimento di sospensione, contestato dalle professioniste. “Non è un problema di sistema in tilt o intasato”- precisa la Presidente dell’Ordine- “è pervenuta una direttiva specifica dal Ministero e dalle Federazioni Nazionali per cui la comunicazione della guarigione da Covid e la relativa esenzione o differimento dalla terza inoculazione va fatta dai professionisti dietro idonea certificazione del proprio medico di base. L’Ordine non può venire a conoscenza di questi dati senza una comunicazione”. Tutte le professioniste sono state raggiunte nelle scorse settimane da una pec, da mail, comunicazioni sul sito, attraverso la quale venivano rese note scadenze e modalità. Dall’inizio della campagna vaccinale sono stati 144 gli infermieri sospesi in provincia dell’Aquila perché non vaccinati. Di questi 22 hanno provveduto ad aderire alla vaccinazione per effetto del provvedimento notificato dall’Ordine e dall’azienda sanitaria nel caso dei professionisti in servizio nelle strutture ospedaliere di Sulmona, L’Aquila e Avezzano.L’obbligo vaccinale c’è comunque da aprile ‘21 per i sanitari e molti non avevano ancora la prima dose aumentando così il rischio per se e per i propri assistiti di contrarre il virus. “Erano 412 quando sono state inviate le prime notifiche, 144 le sospensioni dall’esercizio professionale segno evidente della portata del lavoro fatto di raggiungere con una buona comunicazione tutti i professionisti interessati”- conclude la Presidente dell’Opi. (a.d’.a.)

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