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A quanti di noi sarà successo, in questo periodo, di entrare in farmacia per acquistare un farmaco, anche quelli a larga diffusione, e ci si sente ripetere che non è più disponibile. Sta diventando davvero sempre più difficile trovare persino della Tachipirina o il Moment, così come prodotti a base di ibuprofene o quelli contenenti indometacina. Mancano antinfiammatori, antipiretici, antidolorifici, antibiotici; 3.200 farmaci in tutto, tra i quali rientrano anche antipertensivi, antidepressivi e diuretici. Non sono segnalati invece problemi per antivirali e vaccini (compresi quelli anti-Covid).

Sul sito dell’Aifa le motivazioni delle mancate consegne vanno dalla cessata commercializzazione, definitiva o temporanea, a non meglio specificati problemi produttivi, fino alla elevata richiesta e alla conseguente distribuzione contingentata. La stessa Agenzia del farmaco consiglia di rivolgersi al proprio medico o allo specialista per sostituire il medicinale solitamente utilizzato con uno generico, che ha la stessa composizione qualitativa e quantitativa in termini di sostanze attive, nonché la stessa forma farmaceutica e una bioequivalenza dimostrata scientificamente.

Ma perché questa carenza, particolarmente avvertita in tutta l’Ue? Ce lo spiega Marcello Cattani, presidente di Farmindustria: “Due sarebbero i motivi alla base del problema: da un lato l’aumento della domanda di medicinali, in concomitanza con le patologie influenzali e da Covid; il secondo motivo ha radici geopolitiche e nello scoppio della guerra in Ucraina. Alcune categorie di farmaci – a detta del, Marcello Cattani – scontano in questo momento delle carenze, ma il 50% è stato già sostituito. Siamo in uno scenario globale reso più complesso a causa della guerra in Ucraina, e l’effetto competitivo si è scatenato soprattutto sulle materie prime che concorrono alla produzione dei farmaci, un ambito nel quale l’Europa è esposta, poiché il 75% di tali materie o principi attivi deriva dall’import da Cina e India. Noi importiamo questi principi attivi pagandoli in dollari. Scontiamo la debolezza del cambio euro-dollaro e gli aumenti dell’energia e del gas, per cui questo settore è in grande difficoltà. Anche carta e imballaggi primari e secondari, quindi plastica e alluminio, sono sottoposti a tale dinamica competitiva. Una situazione che sta gravando sempre di più sulle imprese del farmaco, che stanno ora provando a diversificare per arrivare a essere più autonomi nella produzione dei principi attivi».

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci ha appena istituito un tavolo permanente sul problema, ha ordinato un’indagine per individuare i farmaci che registrano una reale carenza, degli interventi di risposta a breve e medio termine per far fronte tempestivamente ai bisogni dei cittadini e la definizione di attività di comunicazione e sensibilizzazione al fine di evitare allarmismi e conseguenti ingiustificate corse all’acquisto.

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