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Uno studio realizzato per la CNA Abruzzo sui dati di Movimprese mostrano numeri che fanno della nostra regione la penultima d’Italia, dietro alla sola regione “sorella”, il Molise, e che portano il valore assoluto l’Abruzzo a toccare il minimo storico con 27.796 imprese attive. Aldo Ronci della CNA Abruzzo spiega: «Tra gennaio e marzo, a fronte di di 481 iscrizioni, le cessazioni delle imprese artigiane sono state 691, con un decremento quindi di 210 unità. In valore percentuale, la flessione è stata dello 0,74%, dato che supera di due volte e mezzo il decremento nazionale, fermo allo 0,30%. Valori che ci fanno scivolare in coda alla graduatoria nazionale, secondi al solo Molise. Il peggioramento del saldo del primo trimestre 2023, rispetto a quello del 2022, si spiega con il fatto che le cessazioni sono cresciute, ma parallelamente che le iscrizioni anziché aumentare anch’esse, sono invece diminuite».

Tra le province, il dato peggio va all’Aquilano (-68), seguito da Teramo, Pescara e Chieti. Mentre tra i settori produttivi, le performance più negative vanno all’area manifatturiera, cui seguono le costruzioni (con Chieti e L’Aquila più colpite), la ristorazione, le riparazioni delle auto e i prodotti per la casa, i trasporti, le attività di pulizia e giardinaggio, i servizi per la persona. Nel manifatturiero le cadute più significative sono da ricercare nelle industrie alimentari, nei prodotti del legno e nell’abbigliamento. Il quadro non cambia se lo sguardo si allarga alla totalità del mondo delle imprese visto che le iscrizioni hanno subito un decremento di 527 unità.

«In dieci anni ci hanno lasciato per strada qualcosa come circa 9mila imprese artigiane – commenta il presidente di CNA Abruzzo Savino Saraceni – accentuando la caduta di un mondo che soffre della mancanza di interventi strutturali. Prova ne sia il fatto che dal 2009 giace nel cassetto, mai applicata, una legge regionale di settore che pure favorirebbe la trasmissione di impresa o lo start-up: nessuno dei governi regionali che si sono succeduti in questi anni ha mai pensato di applicarla. E’ vero, la Regione ha di recente stanziato delle risorse a favore dell’artigianato: 12 milioni di euro a dicembre, e altri 5 sono stati destinati alla micro impresa, non solo artigiana: ma resta pur sempre l’idea di provvedimenti spot, e mai organici».

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