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SULMONA – Sempre più crescente è il successo che sta avendo l’artista Mishan con la sua serie
” Metamorfosi”.
È stato da poco presentato il suo IV dipinto rientrante in questa collana, denominato ” le onde” e che ancora una volta pone al centro della sua attenzione il tema dell’acqua.
Abbiamo voluto incontrare e chiedere a Mishan dell’importanza che riveste l’acqua nella sua arte.
-Mishan, perché l’elemento acqua rappresentante uno degli aspetti dominanti nelle sue opere?-
“Che l’acqua sia l’elemento onnipresente nei miei dipinti ormai penso che tutti l’abbiano notato. I motivi di ciò sono due, uno più banale e uno che ho iniziato a capire solo ora. Quello banale è che il verde ed il blu sono i miei colori preferiti e l’effetto acqua, con giochi di luce e contrasti, è una delle cose che tecnicamente amo più realizzare.
Il secondo motivo è un po’ più complicato da spiegare.
– Cioè? Ce lo spieghi pure-
Diciamo che l’acqua è un elemento che al tempo stesso mi terrorizza e mi affascina. Mi terrorizza perché, non appena metto piede in mare, ad esempio, la sensazione di non poter toccare terra e di essere in balia delle onde mi blocca, fino a farmi affondare. Inoltre, mari e oceani, nella loro sconfinatezza e profondità, nascondono a noi esseri umani ancora tanti segreti e l’idea di non sapere ancora tante cose del mondo in cui viviamo ci inquieta.
-L’affascina perché?-
Mi affascina perché è un elemento libero, che non ha contorni, ma che può assumere tutte le forme che desidera; un elemento capace di superare gentilmente ogni ostacolo, con la sua potente natura che è quella di scorrere sempre, senza curarsi di ciò che ha davanti.
-Quindi l’acqua per lei ha molteplici significati nei suoi dipinti?-
“L’acqua è l’elemento della libertà, ma è anche qualcosa che fa paura. Forse la libertà ci fa paura. Pensiamo di essere liberi, ma in fondo è una libertà solo apparente. Dal fondo della nostra anima non riusciamo mai totalmente ad emergere. Forse è per questo che i personaggi che dipingo sono ritratti proprio nell’attimo immediatamente precedente al loro emergere dall’acqua. L’ultimo sforzo, prima del respiro, eppure non possiamo sapere se ce la faranno o si lasceranno nuovamente cadere verso l’abisso”.
-Cosa inviterebbe a fare dovesse il genere umano confrontarsi con l’acqua e quindi con l’arte di Mishan?
“Imparare a non essere nell’acqua, ma ad essere l’acqua perché solo così potremmo azzardarci a dire di essere liberi”.

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