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Nel periodo pandemico quasi 9mila abruzzesi hanno smesso di praticare attività sportiva, importante per il benessere psico-fisico e collante sociale per le comunità. Il Pnrr cerca di porre rimedio attraverso investimenti consistenti, ma non senza criticità. Nello specifico

  • Nel periodo pandemico in Abruzzo sono scomparse 14 società sportive e il numero di praticanti si è ridotto di oltre 8mila unità.
  • Tra Pnrr e fondo complementare all’Abruzzo andranno 76 milioni per lo sport. 
  • Uno dei sindaci dei piccoli comuni abruzzesi rileva criticità su parte dell’utilizzo di questi fondi.
  • A L’Aquila andranno 14,2 milioni, a Teramo 5 a Pescara 3,8. Altri investimenti rilevanti a Montesilvano, Montorio al Vomano e Popoli.

Negli anni segnati dal Covid-19, quasi 9mila abruzzesi hanno rinunciato a fare sport, con ricadute negative sia sul benessere collettivo che sulla salute individuale. Lo stop reso necessario dal contenimento dei contagi ha ridotto la pratica sportiva durante la pandemia, specialmente tra i più giovani. Nello stesso periodo si è assistito alla scomparsa di numerose realtà territoriali. Per l’attività sportiva il periodo pandemico è stato critico. Nel 2021, infatti, l’Istat contava circa 20 milioni di sedentari in Italia, soprattutto tra i minori. Prima della pandemia infatti, tra giovani e giovanissimi era più frequente svolgere attività sportiva in impianti al chiuso, in contesti strutturati e con sport di contatto. Basti pensare che se nel 2019 i bambini e le bambine tra 6 e 10 anni che non praticavano sport erano il 18,5% del totale, questa percentuale è salita al 24,9% nel 2021. Si è verificata la stessa dinamica nei pre-adolescenti (11-14 anni), con aumento dei giovani sedentari di quasi 6 punti percentuali (dal 15,7% al 21,3% in due anni). Mentre per gli adulti è stato più semplice reindirizzarsi verso attività individuali o comunque che non prevedevano il contatto fisico e da svolgere preferibilmente all’aperto e in contesti non strutturati. È ragionevole pensare che si sia innescata una spirale negativa, con la chiusura delle molte associazioni sportive meno strutturate ad affrontare il momento di crisi. Ciò ha spesso lasciato sguarniti i territori di presidi sociali fondamentali, soprattutto nelle aree spopolate o nelle zone periferiche dei grandi centri urbani. Secondo i dati del Coni infatti ben 14 associazioni sportive dilettantistiche abruzzesi sono scomparse tra il 2019 e il 2020. Ma ancora più impressionante è la riduzione del numero di praticanti: -8.844 gli atleti praticanti di discipline affiliate a federazioni sportive nazionali o discipline sportive associate tra il 2019 e il 2020 in Abruzzo. Un primo elemento critico nel riparto delle risorse riguarda la priorità data ai centri più popolosi del paese. Appare quantomeno singolare l’aver escluso i piccoli comuni dall’accesso a questi fondi. Enti che sorgono magari nelle aree interne o comunque in zone deprivate. Come se in questi territori non ci fosse la necessità di intervenire. Lo scorso marzo, grazie ad un avviso pubblico, sono stati assegnati 30mln di euro per la creazione di parchi e percorsi attrezzati. Ne hanno beneficiato oltre 2mila comuni del mezzogiorno con popolazione inferiore ai 10mila abitanti e quindi anche molti piccoli comuni abruzzesi. Questi fondi sono di fatto distribuiti “a pioggia” sui comuni, con un obbligo di spesa per l’acquisto di determinate tipologie di attrezzature sportive. Per esempio, ai comuni con meno di mille abitanti spetta una somma di 21mila euro. Il rischio è che poco più di 20mila euro per comune, vincolati peraltro all’acquisto di materiale specifico anche in assenza di una progettazione più ampia, facciano fiorire ovunque piccole strutture che non verranno utilizzate da cittadini di aree in via di spopolamento. Pertanto, all’Abruzzo sono andati in totale circa 18 milioni di euro di fondi Pnrr, una cifra che lo pone al 14esimo posto nel confronto con le altre regioni italiane. A queste risorse si deve aggiungere poi circa 1 milione e mezzo di fondi in co-finanziamento.

I comuni che ricevono più fondi a favore dello sport sono tre dei quattro capoluoghi: L’Aquila (14,2 milioni di euro), Teramo (circa 5) e Pescara (3,8). Tra i comuni non capoluogo, a ricevere più fondi è Montesilvano (2,5 milioni). Seguono Montorio al Vomano (2,3 milioni) e Popoli (1,86 milioni). A livello di singoli interventi sono ben 17 quelli dal valore di almeno 1 milione di euro. Il più consistente riguarda il comune di Pescara. Qui saranno investiti 3 milioni per la realizzazione di un impianto sportivo polivalente in via Di Girolamo. A Montesilvano invece i 2,5 milioni assegnati serviranno per la realizzazione di un centro polifunzionale per lo sport e l’aggregazione giovanile. Il terzo intervento più consistente riguarda il comune di Teramo. Qui infatti sarà realizzato un investimento da 2,2 milioni per la riqualificazione delle piscine comunali e dell’impianto sportivo in via Acquaviva. In questo caso però il comune contribuirà all’intervento con 1,2 milioni di euro.

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