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Al via il corso per la definizione della figura di “Operatore di costruzioni in pietra a secco del Parco Nazionale della Maiella”, iniziativa nata nell’ambito del progetto per il recupero e la tutela del paesaggio agro-pastorale del Parco che consentirà l’acquisizione di una parte di competenze comuni e di alcune competenze specifiche di realizzazione, risanamento, restauro, recupero, ripristino e manutenzione di manufatti in pietra a secco. Il Corso, organizzato dall’Ente Parco, in collaborazione con ITLA ITALIA aps e la Scuola Italiana della Pietra a Secco – con sede regionale presso la Sede Scientifica del Parco a Caramanico
Terme (Pescara) – vede la partecipazione di 25 futuri operatori che nei prossimi mesi svolgeranno attività ed esperienze pratiche sul campo per acquisire quanto previsto dal modulo tecnico professionale.
I nuovi titolati andranno a far parte di un elenco corredato di operatori di “costruzioni in pietra a secco del Parco Nazionale della Maiella” al fine di consentire all’Ente il reclutamento di professionalità in forma singola o associata, imprese e artigiani, idonee ai lavori di recupero del paesaggio agro-pastorale nel territorio del Parco. Tali lavori saranno finanziati con le risorse per le “infrastrutture verdi – muretti a secco” del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Venerdì 3 marzo, nella Sede Scientifica di Caramanico Terme, in occasione della presentazione del corso, per le ultime lezioni teoriche si sono avvicendati il Direttore del Parco Luciano Di Martino, il responsabile del progetto “paesaggio agro-pastorale del Parco Nazionale della Maiella”, Giuseppe Maurizio Monaco, il Direttore-enologo Camillo Zulli della Bio-Cantina Orsogna e il naturalista ed etno-botanico Aurelio Manzi.
Monaco ha rimarcato la necessità di manutenere e curare, di occuparsi con diligenza e premura di un bene prezioso, come il territorio, il paesaggio agricolo e pastorale tanto meticolosamente custodito in passato dalla gente che lo ha vissuto. Zulli si è soffermato sulla necessità del recupero dei paesaggi terrazzati per trarne un’opportunità per la viticoltura di montagna, mentre Aurelio Manzi ha raccontato la nascita del paesaggio terrazzato in Abruzzo. Nei saluti il presidente Lucio Zazzara ha evidenziato come “riconoscere e promuovere il paesaggio agro-pastorale sia un obiettivo che l’ente Parco persegue, anche per valorizzare l’arte delle costruzioni in pietra a secco, quale patrimonio immateriale riconosciuto come
tale anche dall’UNESCO”.

“Il paesaggio rurale acquista oggi un ruolo sempre maggiore nei campi economico e sociale – ha detto Di Martino – oltre che nella definizione degli equilibri ambientali, e gli interventi mirati al recupero del paesaggio terrazzato sono utilmente propedeutici per consentire una possibile riscoperta della vocazione agro-pastorale del territorio della Maiella, con tanti operatori disposti ad affrontare una sfida che premierebbe la cultura, la valorizzazione e le tipicità agro-alimentari”. Nelle settimane scorse i corsisti hanno seguito incontri propedeutici con i Tecnici del Parco, su temi quali la biodiversità animale e vegetale, l’evoluzione del paesaggio in funzione dello sviluppo zootecnico, i progetti di recupero e valorizzazione di antichi cultivar locali; hanno poi seguito l’incontro con Edoardo Micati, storico e ricercatore che, nella sua cinquantennale attività di studio, ha proposto ai partecipanti un’analisi dell’uso della pietra a secco nel territorio abruzzese e delle trasformazioni del territorio.
Il corso proseguirà nei mesi di aprile e maggio con l’attivazione del cantiere con gli artigiani formatori della Scuola italiana della Pietra a Secco, che guideranno e valuteranno i partecipanti nel restauro dei muretti a secco, e con Edoardo Micati che istruirà sulla tecnica costruttiva necessaria per il recupero delle capanne. 

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