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COCULLO – “Bisogna rilanciare l’iniziativa affinchè il rito dei serpari di San Domenico di Cocullo sia riconosciuto come Patrimonio Culturale Immateriale da parte dell’Unesco, anche in funzione di una comunità locale che si sta via via assottigliando”.

A sostenerlo a margine della manifestazione svoltasi oggi sotto la pioggia è il segretario dell’associazione ‘Alfonso di Nola’, Pasquale D’Alberto, che organizza l’evento insieme con la Pro Loco e il Comune di Cocullo.

“Siamo determinati a riprendere l’iniziativa subito – ha spiegato all’ANSA – perchè è stato già fatto un grande lavoro per la candidatura che è stata elaborata, sono state raccolte le firme in tutte quante le sedi importanti del territorio in modo da dimostrare la vicinanza dello stesso rispetto a Cocullo.

Voglio sottolineare una cosa: il problema fondamentale per la candidatura all’Unesco non è tanto la fenomenologia della festa.

Siccome l’Unesco vuole che ci sia sempre la consapevolezza della comunità promotrice, quella di Cocullo si sta lentamente assottigliando e così andando avanti rischierebbe di esaurirsi”.

“Allora il nostro obiettivo – ha aggiunto – è di mettere insieme, intorno alla festa di Cocullo, tutto il territorio legato alla devozione di San Domenico Abate che comprende varie parti d’Abruzzo, tutta la zona della provincia dell’Aquila nella Valle del Sagittario dove c’è anche Cocullo, la provincia di Chieti, con la zona di Pretoro, Villamagna e Palombaro, alcune realtà del Molise come San Pietro Avellana e Fornelli, ma soprattutto la Ciociaria, perchè la tomba di San Domenico Abate sta a Sora e quindi abbiamo Sora, Sant’Elia Fiumerapido, Atina e Villa Latina, e ultimamente abbiamo anche avuto delle richieste da Colle Magno. Questo significa che tutta questa comunità si candiderà al Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco. E questo sicuramente cambierà le carte in tavola perchè un conto è candidare un paese di 160 abitanti, e un conto è candidare una comunità che ha al proprio interno anche Sora, che da sola fa 30 mila abitanti”. (ANSA).

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