WWF Abruzzo e le associazioni ambientaliste esprimono viva preoccupazione per il progetto che Enel in sordina ha presentato ai comuni dell’area interessata riguardante la realizzazione di una nuova centrale idroelettrica, denominata Pizzone II, con una potenza di 300 MW che sorgerà tra Alfedena e Castel San Vincenzo. Una struttura imponente, che con un tracciato di chilometri di gallerie sotterranee e cavi aerei, invasive opere murarie a vista, cumuli di scarti e materiali di risulta darà il triste benvenuto a visitatori e abitanti alle porte del Parco Nazionale, ai monti della Meta.
“Come associazioni, abitanti e imprese del territorio che operano in modo sostenibile nel rispetto della natura, del paesaggio e delle comunità locali”, si legge in una nota, “non siamo stati minimamente interpellati ed esprimiamo il nostro sgomento per le modalità e le tempistiche con le quali abbiamo dovuto apprendere la notizia. Siamo molto preoccupati circa la vicinanza degli elettrodotti alle abitazioni e alle masserie per via dei ben noti effetti collegati alla salute relativi a esposizioni prolungate. Non siamo contro la realizzazione dell’opera ma non averci interpellato ci insospettisce e ci fa porre alcuni quesiti sull’equilibrio idrogeologico dell’area, sulle trasformazioni del paesaggio, sulla convivenza tra gli abitanti e la grande opera, sull’impatto devastante sulla già minacciata fauna selvatica. Sappiamo bene che non darà lavoro se non a pochi professionisti delle città, ma anzi avrà un impatto sul tessuto socioeconomico significativo poiché metterà in discussione le attività ricettive e ricreative faticosamente realizzate in questi anni proprio grazie all’esistenza dei laghi di Castel San Vincenzo e Montagna Spaccata. Temiamo poi per la tenuta del terreno che sarà traforato per chilometri, per l’attacco alla biodiversità dell’area (il territorio di Pizzone è molto frequentato dagli orsi) e alle comunità faunistiche dei bacini lacustri, per le drastiche trasformazioni al paesaggio. Il lago di Castel San Vincenzo e quello della Montagna Spaccata, ad esempio, non saranno più quelli che, ormai, siamo abituati a vedere e ad utilizzare come bagnanti, come animatori culturali e operatori del turismo. Dovremo assistere a continui abbassamenti dei livelli dell’acqua e repentini allagamenti. Probabilmente non potremo nemmeno più affacciarci sulle loro sponde! Chiediamo dunque ad ENEL di convocare urgentemente un tavolo di consultazione alla presenza di tutti i portatori di interesse, le amministrazioni comunali, il Parco Nazionale, le associazioni e ogni singolo abitante. Il progetto dev’essere illustrato nel dettaglio e discusso con chi, quotidianamente, dovrà convivere con rumori, traffico e cemento”.