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Mancata sostituzione medici Nuclei Cure Primarie, Fina: “Da Asl 1 atteggiamento incomprensibile”

“Troviamo incomprensibile l’atteggiamento della Asl 1 Avezzano – Sulmona – L’Aquila che ancora non procede con la sostituzione dei medici di famiglia andati in pensione nei Nuclei di Cure Primarie”: lo scrive in una nota Michele Fina, segretario del Partito Democratico abruzzese e candidato al Senato. “Voglio esprimere la mia vicinanza ai sindacati e ai medici che hanno denunciato tale situazione. I Ncp coprono un’assistenza h12 e assistono più di 90mila cittadini in provincia dell’Aquila e hanno inoltre creato 20 posti di lavoro fra infermieri e amministrativi nel distretto sanitario aquilano. Del resto, se la pandemia ci ha insegnato qualcosa, è che occorre ripensare il rapporto fra ospedale e territorio investendo sulla medicina di prossimità. Sarebbe dunque antistorico l’atteggiamento della Asl dell’Aquila se volto a produrre una diminuzione dei presidi di sanità territoriale piuttosto che aumentarli. In vista quindi dell’applicazione del nuovo contratto di lavoro che promuove l’associazionismo medico a livello superiore di quello attuale, e in vista dell’attuazione del PNRR è essenziale permettere il reintegro dei medici andati in pensione. Questo è fondamentale per tre ragioni: garantire la funzionalità dei nuclei, mantenere un’offerta di qualità nell’assistenza e salvaguardare il personale e i posti di lavoro. Rivolgo quindi un appello alla direzione strategica della Asl affinché provveda in tempi brevi a rimuovere gli ostacoli amministrativi per risolvere la situazione con efficacia”.

Sempre sul tema Sanità, interviene Alessandro Grimaldi, presidente regionale dell’Anaao, il sindacato dei medici, e primario nel reparto malattie infettive dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, il quale afferma:

“In questa campagna elettorale non si sta affrontando con la dovuta attenzione il tema della riforma in itinere dell’autonomia differenziata: se le regioni più ricche si terranno quota parte dei soldi delle tasse dei cittadini del loro territorio, che ne sarà del sistema sanitario nazionale, e di quelle di regioni come l’Abruzzo che spendono più di quello che incassano? Rischiamo davvero una sanità di serie A e una di serie B, quando invece dovrebbe essere universalistica e garantita a tutti i cittadini italiani, a prescindere da dove sono residenti”.

Il riferimento è all’iter di legge predisposto dal ministro per gli Affari regionali, Maria Stella Gelmini, all’attribuzione, da parte dello Stato di una potestà legislativa su tutta una serie di materie, e con conseguente trasferimento delle risorse finanziarie necessarie a queste nuove deleghe.

“Su come e quando si farà l’autonomia differenziata – spiega Grimaldi -, c’è mancanza di informazioni. Non è ancora chiaro se e in che misura ci saranno meccanismi compensativi per le regioni più deboli, e come saranno finanziati. Ma Il sistema sanitario nazionale ha bisogno di essere più unitario possibile perché il diritto alla salute deve essere uguale per tutti i cittadini”.

Anche Fina esprime piena condivisione alle parole di Grimaldi: “Condividiamo e sottoscriviamo le preoccupazioni del dottor Alessandro Grimaldi. Il progetto dell’autonomia differenziata è quanto di più lontano ci possa essere dai nostri programmi, perché mette in pericolo la coesione territoriale del Paese, l’uniformità dei diritti, e rischia di far retrocedere la sanità pubblica del Sud, e quindi anche dell’Abruzzo”.

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