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I circa 250 abitanti del borgo settecentesco di Forme di Massa d’Albe, storica meta della transumanza ai piedi del Monte Velino, aprono le loro porte e, insieme agli organizzatori del festival, offrono il loro tempo e il loro sapere per regalare a tutti i partecipanti un’accoglienza fatta di condivisione e sincera ospitalità. Ogni giorno prima dei talk e delle proiezioni, autori, registi e pubblico potranno imparare a mungere una mucca, prendere parte a un’escursione nel Parco Naturale e dell’acquedotto romano di Alba Fucens oppure partecipare a una degustazione con i produttori locali. Ad inaugurare il festival ospite d’eccezione la giovane attrice italo-siriana Sara El Debuch, la cui storia ha interessato molti media: una storia di emancipazione che la porta a interrompere un matrimonio contratto a soli 18 anni per seguire la carriera sul grande schermo. Il suo esordio è precoce debuttando come co-protagonista nel film di Alessio Cremonini ‘Border’. Il successo continua con ‘Flash Drive’ e ‘The strangers case’.

Sara El Debuch

Poi c’è stato l’appuntamento con i talk: Savino Monterisi, scrittore e giornalista sulmonese, ha presentato il suo ultimo volume di riflessioni sul senso dell’abitare l’entroterra e gli Appennini dal titolo ‘Infinito Restare’.

Alle 21 è iniziata la sezione tematica dei cortometraggi con discussione finale con il regista e fotografo Fabio Schifino che presenterà MY DOLLY, in cui affronta un tema quanto mai attuale sulla violenza sulle donne e a seguire con il regista Giuseppe Schillaci che ha presentato il suo ultimo lavoro, ZABUT. Il nome del film è tratto dal quartiere d’infanzia dove torna a vivere la protagonista Nunzia, trentenne con problemi di fertilità.

Il direttore artistico del festival, Paolo Santamaria, regista e direttore artistico anche del Festival Cinema e Ambiente Avezzano, ha ricordato come Forme sarà teatro, dal 12 settembre al 30, anche di un altro grande evento legato al cinema e al territorio, Cinema Abruzzo Campus: “Sarà la prima residenza artistico cinematografica al mondo basata sui protocolli del green producer, le produzioni saranno dunque a impatto zero, con artisti e registi provenienti da tutto il mondo. Il nostro obiettivo è far diventare questo festival un esperimento sociale a stampo cinematografico. A distanza di un anno dalla prima edizione stiamo vedendo i frutti di una collaborazione virtuosa e di una sfida raccolta in pieno: quella di dare una spinta rigenerativa dei borghi attraverso l’arte e il dialogo. In questo senso Garofano Rosso vuole essere un luogo di incontro, di dibattito sui temi caldi del contemporaneo, ma anche un laboratorio di cittadinanza attiva e di promozione della cultura. In primis quella locale. Per questa ragione, oltre a una settimana di proiezioni e dibattiti, abbiamo organizzato escursioni e attività per far conoscere le nostre tradizioni a ospiti, pubblico e visitatori, per una full immersion nella bellezza, dallo schermo all’universo bucolico”.

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