banner
banner

SULMONA – Tre orsi uccisi in dieci anni solo nel Centro Abruzzo di cui due fucilati e uno investito. Un bilancio non proprio roseo per il cosiddetto “modello Abruzzo” che, nonostante tutto e nonostante l’uccisione dell’orsa Amarena, si tocca ancora con mano, almeno secondo Mario, un nostro lettore nonché addetto ai lavori. Di seguito pubblichiamo la sua nota. Una diversa chiave di lettura nel Day after dell’addio a mamma orsa mentre in tarda serata è arrivata la buona notizia. I suoi cuccioli sono stati individuati dai droni e dalle squadre dei Carabinieri in azione, in attesa del recupero

“La scorsa notte siamo andati a dormire con una luna spettacolare, luminosa, splendente. In cielo non c’era una nuvola e la luce delle stelle a malapena riusciva a bucare il velo lucente prodotto dal nostro bel satellite.
E in questa notte così bella, in cui i primi segni di autunno si sono fatti sentire, tutto l’Abruzzo (e non) è piombato nella più profonda oscurità: Amarena ammazzata. Abbiamo perso la madre di JC, entrambi simboli di un’intera Regione, speranze per molti e, in un certo senso, strumento di educazione ambientale per alcuni: attraverso questi magnifici esemplari gli Enti preposti alla tutela e salvaguardia dell’ambiente hanno cercato di inculcare nelle teste e nei cuori delle persone le buone pratiche di convivenza tra uomo e fauna selvatica. Amarena era una star. Le mancava solo la capacità di mettere gli autografi praticamente. Tutto ciò, però, ad un costo enorme: avvicinarsi all’uomo, al pericolo e, purtroppo, la regola secondo la quale un animale selvatico confidente è un animale morto è stata confermata. Ma probabilmente un’eredità Amarena la lascerà involontariamente anche a noi. Mentre i social linciano l’esecutore, mentre chi con un commento pensa di riportare in vita l’orsa, mentre chi da questa morte cerca di guadagnare qualche consenso, nel silenzio e in sottofondo un “modello Abruzzo” si espande, cresce, si ramifica e fa breccia anche in chi, fino a qualche giorno fa, era indifferente a tutto ciò. La domanda allora sorge spontanea: ma c’è oppure no un modello Abruzzo? Certo che c’è, eccome se c’è e la dimostrazione di tutto ciò sta nei video e nelle immagini postate sui social. Il modello Abruzzo è quello del signore che, nell’ultimo video di Amarena, grida dalla parte alta del vicolo “attenzione! Sta scendendo! Vi dovete allontanare!” oppure delle persone che si nascono non per paura, ma per non far spaventare l’animale e i suoi cuccioli; il modello Abruzzo – pensate un po’ – è del cacciatore che ha ucciso Amarena e che ha detto alle Guardieparco “ho fatto un guaio”; il modello Abruzzo è dell’investitore di JC che è rimasto sotto shock perché ha investito un orso; il modello Abruzzo è di quel ragazzo che invita le persone a non indicare dove è stata scattata la foto postata sui social di quel determinato animale; il modello Abruzzo è quello degli addetti ai lavori che con l’animale confidente ci passano intere giornate e intere notti per tutelare lui e le persone che, ignare del danno che stanno facendo, fanno capannelli enormi per fare una foto e per dire all’amico “guarda! L’ho visto anche io”. Il modello Abruzzo, dunque, esiste, probabilmente non è ancora largamente diffuso, certamente c’è ancora chi vede alcuni animali selvatici più come specie invasive e dannose piuttosto che come segno di un ambiente sano e forte.
E allora sponsorizziamo questo modello Abruzzo. Non facciamoci sopraffare dalle reazioni a caldo. Un abruzzese non fa l’Abruzzo e che ci piaccia oppure no in Abruzzo siamo tutti Orso”

Lascia un commento