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SULMONA – Due anni di reclusione è la pena inflitta dal giudice monocratico, Francesca Pinacchio, ad un 33enne di Castel di Sangro, per gli atti persecutori nei confronti della sua ex. Il giovane dovrà risarcirla in separata sede e pagare le spese processuali. La vicenda fa riferimento all’escalation di condotte vessatorie, dal novembre 2021 fino al 2 marzo 2022, che il giovane avrebbe posto in essere nei confronti della donna, assistita in giudizio dall’avvocato, Uberto Di Pillo. Tutto il repertorio dell’uomo padrone: continue telefonate sull’utenza cellulare della sua ex, inseguimenti con l’auto, minacce di morte in un locale pubblico con tanto di aggressione verbale, violenze fisiche e piscologiche che avrebbero portato il 31 enne a cagionare un perdurante stato d’ansia e a costringerla a modificare le proprie abitudini di vita. In un’occasione aveva anche danneggiato la vettura di proprietà dello zio della donna. È caduta invece l’accusa più pesante dei maltrattamenti che, secondo l’accusa, sarebbero avvenuti per otto anni di fila. Niente abitualità né sistematicità delle condotte, come ha rilevato l’avvocato difensore, Gaetana Di Ianni, facendo notare peraltro che le presunte lesioni non sono mai stata refertate. Anche l’aggressione in casa riferita dalla vittima non è stata ritenuta credibile. Da qui l’assoluzione dai maltrattamenti. La condanna dello stalking, che la Di Ianni ritiene infondata, sarà appellata

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