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LANCIANO -  Sei assoluzioni dalle accuse più pesanti e due condanne per lesioni. Si è chiuso così il processo di primo grado per sei sulmonesi davanti al Tribunale collegiale di Lanciano. Tutti erano finiti sotto inchiesta per il violento agguato a un allevatore di bovini e a suo cugino, entrambi di Palena.  Per il giudice non ci fu rapina nella compravendita di bestiame finita con le botte e sei arresti. I sei sono stati assolti con formula piena dalla rapina  aggravata (il fatto non sussiste) e dalle altre accuse: lesioni aggravate, danneggiamento, porto abusivo di bastoni e minacce. Sono stati condannati per le lesioni a 8 mesi di reclusione, pena sospesa, C.D.C. e M. S.: devono pagare la provvisionale alle parti civili, rappresentate da Fiorindo Salvatore, di 3.000 euro ciascuno.  I fatti risalgono al 2 gennaio 2013 quando- secondo l’accusa- l’allevatore, che risiede a Palena, fu aggredito a Gamberale assieme a suo cugino da cinque sulmonesi.  Il primo riuscì poco dopo a sottrarsi all’aggressione, mentre sul posto rimase il cugino che ebbe la peggio riportando in seguito trauma cranico, toracico e frattura del naso provocati da bastonate, oltre al furto del cellulare e del portafogli contenente 200 euro; ma gli stessi erano convinti che la vittima fosse invece in possesso di 20mila euro, esistenti sì, ma in possesso del padre dell’allevatore, che avrebbe dovuto raggiungere il posto dell’incontro in un secondo momento. Per la Procura il mandante della rapina era un macellaio di Sulmona, indebitato con il commerciante aggredito e con altri del settore, che per estinguere i suoi debiti pensò bene di organizzare telefonicamente l’incontro ed assoldare i picchiatori per impossessarsi dell’alta cifra che l’allevatore avrebbe dovuto avere quel giorno con sé, come probabile guadagno di precedenti transazioni commerciali e soprattutto per concludere il fissato “affare”. Nulla di tutto questo.  I legali degli imputati Alessandra Baldassarre, Stefano Michelangelo, Alessandro Scelli e Vincenzo Davide hanno respinto le accuse. “Possiamo tirare un grande respiro di sollievo perchè siamo riusciti a far cadere l’intero castello accusatorio”- hanno commentato gli avvocati. La sentenza di assoluzione è stata pronunciata per Adamo D’Adamo, Franco Spinosa, Antonio Di Cioccio e Nino De Berardinis. Gli altri due, C.D.C. e M.S., sono stati assolti dalle accuse più pesanti ma condannati per lesioni. Tutto sommato, ai sei sulmonesi che erano finiti sotto processo, è andata più che bene.

Andrea D’Aurelio

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