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SULMONA – La normalizzazione della cocaina come campanello d’allarme, la crescita esponenziale di alcuni fenomeni tra gli adolescenti tra cui l’alcol e il gioco d’azzardo, l’abbassamento dell’età del primo contatto con il fumo in generale, il profilo degli utenti insospettabili presi in carico e l’esigenza di aprire le porte all’esterno per scardinare stigma e pregiudizi che rappresentano ancora un ostacolo per avvicinarsi alla struttura. E’ questo il quadro che emerge dal report annuale del SerD dell’area peligno-sangrina che rilancia le proprie attività e abbraccia la frontiera della prevenzione con la necessaria rete e sinergia istituzionale. Nel corso del 2022 sono state 400 le persone ed i rispettivi familiari che hanno frequentato il servizio. Nella cerchia degli utenti presi in carico 86 di loro sono affetti da comorbidità pischiatrica. Lo scorso anno un terzo di questi pazienti è stato assistito congiuntamente al Dipartimento di Salute Mentale. Solo dallo scorso marzo ad oggi sono state 80 le richieste di presa in carico. Un dato che balza all’occhio e che appare significativo, come confermano gli addetti ai lavori. Grazie all’attività ambulatoriale multidisciplinare presso il carcere di massima sicurezza, sono stati assistiti 58 detenuti tossicodipendenti, 14 dei quali inviati in comunità terapeutico-riabilitative in misura alternativa. Quanto ai ricoveri in cliniche specializzate, si è registrata la presa in carico di 10 pazienti di cui 9 per disintossicazione da alcol. Nell’ultimo biennio sono 25 i pazienti assistiti in comunità terapeutico-riabilitative di cui 17 con “doppia diagnosi”, che necessitano cioè anche di un intervento di tipo psichiatrico. 8 pazienti risultano in attesa di ingresso comunitario. Ma chi bussa alle porte del SerD? In prevalenza l’utenza è maschile, diplomata, con lavoro stabile o precario e appartenente ad una fascia socioeconomica bassa o media. Tuttavia una quota modesta è rappresentata da persone laureate e professionisti, i cosiddetti insospettabili. Il trend di consumo più diffuso è rappresentato dalla combinata di alcol e cocaina. L’uso di eroina avviene principalmente per via inalatoria mentre le “overdose” sono meno frequenti. Certo è che parecchi casi restano sommersi per via dell’approccio culturale, dello stigma e della mancanza di informazioni che condizionano l’accesso al servizio. Per questo il SerD sta implementando la cooperazione intersettoriale, facendo rete con la Neuropsichiatria Infantile, i consultori familiari e con le scuole dove il servizio è ormai radicato e dove sicuramente bisogna continuare a lavorare visto l’aumento del poliuso del gioco d’azzardo, del consumo di spinelli e degli episodi di ubriachezza, certificato da fonti autorevoli europee (Espad) negli adolescienti, già prima della pandemia. Si è inoltre abbassata la soglia di età del primo contatto con fumo e alcol. Si comincia da meno di 14 anni, ovvero dalla scuola media. Preoccupa e non poco la “normalizzazione” della cocaina, come sostanza ricreativa, e del consumo di quantità elevate di alcol, sia tra i giovani sia tra le persone di media età. Si tratta di fenomeni insidiosi- come spiegano dal SerD- poichè spesso l’acol può fungere da apripista verso il consumo di cocaina e altre sostanze. Il primo atto di forza, contrariamente a quanto si pensa nell’immaginario collettivo per via di un paradigma che va invertito, è quello di chiedere aiuto. Per questo il SerD di via Rainaldi, che ha ormai superato l’acronimo del “vecchio” SerT, poichè dedicato alla pluralità delle dipendenze, apre le porta alla città e lo farà con l’open day del prossimo 28 gennaio. Sarà un modo per far conoscere la struttura e il suo carattere prettamente familiare nonchè l’equipe multidiscipliare di 11 persone che lavora con spirito di squadra nonostante le significative carenze di personale, già rappresentate all’azienda sanitaria. Il 28 dicembre, a Pratola, è previsto infine l’incontro formativo “il banco vince sempre”, dedicato al disturbo del gioco d’azzardo e alle altre dipendenze patologiche. Conoscere il tessuto sociale, culturale ed economico della comunità è il primo passo per poter rispondere alle richieste di aiuto in modo efficace. Ecco perchè se gli utenti non vanno al SerD è il SerD ad andare in mezzo la gente. Perchè si ravvisa l’urgenza di ricostruire una scala valoriale.

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