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AMATRICE – Splendeva il sole oggi ad Amatrice ma nel cuore del gente alberga ancora la paura, il terrore, la fobia del terremoto. A due giorni dal maledetto 24 agosto il clima è quello dei più tesi. Un paese popolato solo dalla squadra dei volontari e delle forze dell’ordine, alcune provenienti anche da Sulmona e dal circondario come il Soccorso Alpino della Finanza di Roccaraso. Poche le persone che sono rimaste in città. Molte, purtroppo, quelle nascoste sotto le macerie del sisma che continuano a lottare fra la vita e la morte anche se il passare del tempo non depone purtroppo a loro favore. Il bilancio dei morti intanto continua a salire. Gli ultimi dati della Protezione Civile parlano di 278 vittime e 388 feriti. Un via vai di gente rompe il silenzio nel cuore della città. Sono i parenti dei feriti o delle vittime che alle 3,36 di due giorni fa hanno lasciato tutto e di corsa si sono messi in viaggio. “Ho messo subito qualcosa sotto il pigiama e mi sono precipitato per verificare la situazione”, racconta un medico dell’Aquila. Da Teramo due coniugi sono arrivati per seppellire la cugina. Strazianti le scene che mostrano le ferite fresche del sisma. E intanto la gente, chi può, cerca di andare avanti. C’è chi si siede sul ciglio della strada, cercando di non pensare più alla notte nera del 24 agosto. Chi nelle varie tendopoli allestite in città si sforza di dare una mano alle persone più bisognose. A tirare le somme della terza giornata di lavoro è Angelo Porcu, Vice Direttore Centrale Emergenza Vigili del Fuoco. “Stiamo continuando le operazioni di ricerche nella zona rossa con le unità cinofile e i mezzi movimento terra. Le probabilità di recuperare gente ancora in vita non sono molto alte”, rileva Porcu. L’unico spiraglio di luce dalle tenebre della distruzione e del terrore arriva dall’Abruzzo che in queste ore con i suoi volontari sta mettendo in moto la grande macchina della solidarietà, confermandosi una terra forte e gentile.

Andrea D’Aurelio

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