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SULMONA – Il fascicolo risulta disperso e il processo non si può trattare. Assume contorni emblematici la vicenda giudiziaria che vede protagonista G.M., l’imprenditore campano già legale rappresentante dell’ex Resort di Raiano, più conosciuto con il soprannome di “Batman”, finito sotto la lente della magistratura per falso in atto pubblico e truffa aggravata ai danni della Regione Abruzzo. L’imprenditore è dovuto comparire ieri davanti al giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, che ha disposto il rinvio del procedimento per il prossimo 20 aprile proprio perché, in Tribunale, non ritrovano ormai da tempo il fascicolo. Bisognerà quindi ricostruirlo con gli atti a disposizione della Procura. E’ la seconda volta che il processo slitta perché il fascicolo risulta disperso. Non una bella immagine per la giustizia. L’imprenditore è finito sotto processo perché, secondo le accuse, nel 2012, la Direzione politiche attive del Lavoro della Regione Abruzzo predisponeva un progetto denominato Pofse Abruzzo 2007-2013 “Lavorare in Abruzzo 3” attivando un servizio pubblico per l’accesso agli incentivi ai datori di lavoro o alle imprese finalizzati all’incremento dell’occupazione. Dalle indagini era emerso che nel gennaio del 2013 il legale rappresentante di due società inviava due domande di partecipazione per l’assunzione a tempo indeterminato di 15 lavoratori full time (per 40 ore settimanali) per ciascuna società, avanzando relativa richiesta di finanziamento. Le terme avrebbero ottenuto fondi per 400mila euro. L’analisi del progetto evidenziava come tali assunzioni dovevano essere effettuate, pena la decadenza, entro 60 giorni a decorrere dalla comunicazione di ammissione al finanziamento, cosa che avveniva nel marzo del 2014. Dalle indagini è emerso che fino al mese di settembre 2014 nessuna delle 30 persone indicate nella richiesta di finanziamento era stata assunta e che nell’aprile 2015 (oltre i termini di decadenza) risultavano assunti solo tre giovani in una delle due società e 4 nell’altra. L’imprenditore aveva respinto le accuse, sostenendo che l’erogazione del contributo era subordinato alla concessione della fideussione. Il processo comprende due procedimenti penali riuniti nel filone della stessa inchiesta. Ma il processo subisce un altro rinvio per la dispersione del fascicolo. Incredibile ma vero.

Andrea D’Aurelio

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