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SULMONA – Dal primo sequestro in Italia del macchinario per clonare le carte di credito (1997) alla vasta inchiesta sull’usura degli insospettabili. Una carriera lunga ben 24 anni nell’ufficio di polizia giudiziaria del Commissariato Ps di Sulmona che ha visto, nelle scorse settimane, il salto in avanti, ovvero la direzione di una sezione della Squadra Mobile dell’Aquila. Il nuovo prestigioso incarico è arrivato per l’ispettore superiore di Sulmona, Daniele L’Erario, che è passato dal “suo” Commissariato di via Sallustio alla Questura del capoluogo. Una “sorpresa” bella e buona che ha suscitato stupore in città visto che l’Erario, grazie al lavoro svolto nell’ultimo quarto di secolo, è diventato il punto di riferimento sul territorio per debellare la micro criminalità, in tutte le sue declinazioni, dalla repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti, alle risse in centro storico, passando per l’usura.   Daniele L’Erario è arrivato nel commissariato di Sulmona nel 1996 quando aveva soli 32 anni, proveniente proprio dalla questura dell’Aquila e subito è stato inserito, dall’allora vice questore Pasqualino Cerasoli, nella Squadra anticrimine del commissariato di Sulmona, guidata a quel tempo dall’ispettore Adriano Di Buccio e dal compianto Donato Calvi. In quel contesto L’Erario muoveva i primi passi come “poliziotto educato e riservato” direbbe oggi il suo mentore Di Buccio, scrupoloso nelle indagini  senza mai scadere nella superficialità, con una statura professionale e istituzionale, tant’è che ha fatto sempre fare una bella figura alla Polizia di Stato. Folto l’elenco delle operazioni di rilievo condotte: la sparatoria di via Pescara da encomio come accertò la Prefettura, l’arresto della prima associazione a delinquere in Valle Peligna, l’omicidio Doldo, la maxi rissa in piazza Tresca, il mezzo chilo di droga sequestrato a Pratola. E ancora il filone dell’integrazione sociale con l’accoltellamento tra richiedenti asilo, il primo arresto in provincia dell’Aquila per il blitz nell’ex Casa Santa a sfondo razzista e la simulazione di reato del senegalese Sadio. Nel 1997 partecipò alle indagini sul duplice omicidio del Morrone mentre nel 2015, in collaborazione con la Squadra Mobile di Napoli, arrestò il super boss della Camorra, Francesco Mallardo, che si nascondeva a Sulmona.  Una carriera condivisa in gran parte con il suo braccio destro, Roberto Pizzoferrato, collocato a riposo lo scorso settembre. Entrambi hanno fatto incetta di premi e encomi. L’Erario è uscito di scena in punta di piedi nelle scorse settimane. La notizia è filtrata ufficialmente  ieri quando si è presentato davanti al giudice come teste in una delle numerose inchieste curate. Ma nelle piazze e nei quartieri della città se ne parla da tempo perchè, si sa, non si può essere poliziotti senza essere uomini. Al sulmonese L’Erario, ora alla guida di una sezione della Squadra Mobile dell’Aquila, vanno le nostre congratulazioni nonchè gli auguri per un proficuo lavoro.

Andrea D’Aurelio

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