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SULMONA– Ci vorrà almeno un mese per rimettere in sicurezza l’archivio digitale della Asl. Situazione sempre più tesa alla Asl provinciale dell’Aquila, vittima di un micidiale attacco informatico degli hacker che ha messo fuori uso i server e paralizzato servizi sanitari degli ospedali e ambulatori in tutta la provincia, dalla notte del 3 maggio, e ad essere stati trafugati sono stati oltre 500 gigabyte di dati sensibili, tra referti, analisi, cartelle cliniche ed esami. Ieri negli uffici dell’azienda sanitaria è arrivata la Polizia postale, le indagini sono in corso. A cercare di risolvere il problema una task force arrivata da Roma e una squadra di esperti in cyber sicurezza, anche della Regione Abruzzo, per quantificare il danno. In ogni caso il ripristino si annuncia lungo e complesso. In azione, da quanto si è appreso il cosiddetto “gruppo Monti”, che avrebbe chiesto, come fatto in altri casi, un ingente riscatto in valute digitali, per poter sbloccare i server che sono riusciti a violare e paralizzare. E per far capire che fanno sul serio, come ha rivelato il consigliere regionale Movimento 5 stelle, Giorgio Fedele, nel dark web hanno già pubblicato una referto di una ecografia ginecologica, con tanto di nome e cognome della paziente in chiaro. con nome e cognome in chiaro di una paziente. Un’evenienza da far tremare i polsi: dovesse verificarsi in maniera massiva, a quel punto i pazienti potrebbero rivalersi con ingenti richieste di risarcimento danni per violazione della privacy proprio alla Asl, proprietaria dei server. E restano drammatici disagi in tutti gli ospedali della provincia e distretti sanitari e ambulatori. Gli operatori si trovano costretti a riportare con carta e penna ricoveri ed esami generando ritardi e disagi. Impossibile ad ora recuperare lo storico delle visite e delle cartelle cliniche dei pazienti, i dati relativi alle liste di attesa, con i database “imprigionati” nei server inaccessibili. A rilento gli esami del sangue, effettuati solo per emergenze, e tante altre prestazioni. In realtà esiste un archivio cartaceo, ma consultarlo comporta, quando possibile, tempistiche molto più lunghe. Ieri si è tenuta una riunione di urgenza convocata dal direttore generale Ferdinando Romano, con i capi dipartimento e dirigenti aziendali. Nulla si sa dell’esito, la Asl infatti mantiene la linea del silenzio. Uniche comunicazioni, in una situazione di caos e disagio per migliaia di pazienti, quella del 3 maggio che annuncia l’avvenuto attacco, e poi una nota che annuncia lo stop delle prenotazione presso gli sportelli del Cup, call center e servizio online. Il servizio informatico della Asl è a dir poco sguarnito, con appena nove dipendenti per tutta la provincia.

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