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Da più di una settimana ormai i cybercriminali tengono sotto scacco la Asl 1 dopo l’attacco hacker sferrato al sistema informatico che ha paralizzato in pratica tutta l’attività ospedaliera. E per dimostrare che fanno sul serio hanno pubblicato sul dark web, porzione di internet sommersa, una seconda tranche di dati sensibili rivolgendo un appello ai cittadini: ” Se vi ritrovate negli elenchi chiedete il risarcimento!”

Quanto alle due missive specifiche: una si rivolge al manager Ferdinando Romano e al presidente della Regione Marsilio e si chiede sostanzialmente di trattare e pagare il riscatto; la seconda indirizzata, invece, agli abruzzesi con un elenco di nomi e cognomi pubblicato in cui si invitano le persone a cercarsi e ritrovarsi nell’elenco per intraprendere eventuali azioni legali di risarcimento. Cosa che potrebbe essere a questo punto anche plausibile.

Marsilio, dal canto suo, è stato perentorio: non si pagherà alcun riscatto, che potrebbe ammontare a milioni di euro, mentre va avanti l’indagine condotta anche dalla distrettuale antimafia e antiterrorismo dell’Aquila. Polizia postale e task force di esperti nazionale continuano, nel frattempo, il loro lavoro tecnico.

Sul dark web sono comparsi altri 24 giga di dati sensibili che si aggiungono al primo gruppo riferibili a vari reparti e anche al centro trapianti. I cybercriminali chiedendo il pagamento del riscatto annunciano che sarebbero in grado di ripristinare il tutto entro poche ore anziché andare avanti così sprecando mesi e soldi.

Dal punto di vista dell’azienda pian piano si cerca di ripristinare i servizi per non arrecare ulteriori disagi ai pazienti ma le problematiche sono enormi. Il Cup è ripartito come si stanno riattivando altri servizi ambulatoriali. La Asl, nel suo sito, ha creato anche una sezione apposita dove si danno tutte le informazioni utili. Di certo si tratta di un attacco senza precedenti che potrebbe allargarsi a macchia d’olio anche in altre Asl, questa è la preoccupazione maggiore.

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