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SULMONA – L’attacco hacker che ha messo in ginocchio la Asl 1 ha coinvolto anche le strutture carcerarie che vi fanno capo. Le cartelle cliniche dei detenuti di Sulmona e Preturo sono state violate dal cosiddetto gruppo Monti. La possibile vulnerabilità della rete è al centro di un progetto pilota in Europa che il garante abruzzese per i detenuti, Giammarco Cifaldi, sta portando avanti insieme alla Regione Abruzzo e che prevede un doppio sistema di protezione dei dati relativi alla popolazione carceraria mediante la creazione di un’apposita cartella sanitaria di medicina penitenziaria. Intanto, a differenza di quanto comunicato dall’azienda sanitaria, la ripartenza del Cup (Centro Unico Prenotazione) risulta piuttosto lenta. Nello specifico, si apprende dagli addetti ai lavori, che la prenotazione dei prelievi risulta ancora bloccata. Per le visite si stanno prendendo in carico solo quelle con l’urgenza. Tutto paralizzato ancora per l’intramoenia. Almeno nella struttura sulmonese di viale Mazzini. Nel frattempo il caso dell’attacco hacker è finito in parlamento con l’interrogazione presentata dalla senatrice, Gabriella Di Girolamo, che vuole far luce sulla vicenda, soprattutto sulla protezione dei dati sensibili messa a dura prova dai pirati informatici. Nel bel mezzo dell’emergenza la Asl diffida l’informazione. “Non è ravvisabile alcuna giustificazione, sia in punto di diritto che morale, all’attuale modalità di informazione, tenuto conto della tipologia dei documenti pubblicati, anche se oscurati, in quanto nel caso di specie non è preminente l’interesse pubblico della notizia cosi come resa, posto che il diritto di cronaca appare già soddisfatto con la semplice narrazione dei fatti. Si richiama, altresì, il rispetto dei doveri imposti dal Codice Deontologico professionale”- si legge in un passaggio della nota aziendale. Non si sa a chi è diretto il richiamo dell’azienda che appare comunque sacrosanto ai fine della protezione dei dati trafugati. Tuttavia, visto lo spirito di collaborazione, rivolgiamo un accorato appello all’azienda sanitaria, a non replicare cioè quanto avvenuto in tempo di Covid, quando più che aggredire l’emergenza si spostava il tiro sui giornalisti che mettevano in luce le problematiche. La priorità in questo momento deve essere il ripristino in tempi brevi del sistema informatico, visti i disagi a catena per utenti e operatori di tutti i presidi. Di certo la problematica non si risolve con una diffida generalizzata ai giornalisti, soprattutto a quelli che suppliscono il più delle volte alle carenze della Asl con la corretta informazione.

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