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Gli utenti si organizzano per capire se i loro nomi risultano negli elenchi delle persone delle quali gli hacker, che hanno violato i sistemi informatici della Asl n.1 hanno pubblicato i dati sensibili. Una mossa che poi potrebbe portare ad eventuali richieste di risarcimento ma, al momento, si è nella fase preliminare. Sono tanti però i cittadini che si sono rivolti ai rispettivi legali. Potrebbe aprirsi un maxi contenzioso se sarà dimostrato il danno. Gli hacker in una lettera pubblicata avevano invitato i cittadini a chiedere i danni. Loro, invece, chiedono tre milioni in Bitcoin per ripristinare il tutto. Sulla vicenda c’è molto malumore, soprattutto dopo la diffusione di dati di bambini in cura nel reparto di neuropsichiatria infantile. Un fatto gravissimo. Ma non c’è solo la violazione dei dati perché il danno va sempre dimostrato, c’è anche tutto il problema dei disservizi che la gente sta subendo in questo momento, che potrebbe spingere sempre più persone a rivolgersi agli avvocati. Una delle strade potrebbe essere la class-action ma anche questo è da valutare, spiegano i legali.

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