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SULMONA – C’è la signora Giovanna che per una lastra al piede ha dovuto attendere circa quattro ore e mezza fino a quando ha rinunciato alla prestazione sanitaria ed è tornata a casa. Per non parlare del signore Vincenzo (nomi di fantasia) che dopo un’attesa di oltre quattro ore ha fatto intervenire la figlia per evitare di chiamare i Carabinieri. Riesplode la protesta per le lunghe attese nel pronto soccorso dell’Ospedale di Sulmona sempre più in affanno. Una situazione ingestibile che sarebbe dovuta tanto alla cronica carenza di personale quanto ai tempi più lunghi della diagnosi medica. Nei giorni scorsi sono stati rilevati 2 contagi tra il personale medico. L’azienda sanitaria, nel post-emergenza, ha reclutato dei sanitari in pensione per dare manforte al reparto. Questi ultimi tuttavia, almeno alcuni di loro, mantengono dei tempi di diagnosi differenti e diluiti nel tempo. A questo va aggiunta, come detto, la carenza di personale e anche l’intasamento del pronto soccorso dovuto alle prestazioni futili anche per la carenza di diagnosi sul territorio. “Continuano ad arrivare segnalazioni di un pronto soccorso in affanno con carenza di medici. Hanno ridotto l’ospedale di Sulmona ad un ospedale di base almeno lo rendessero di qualità”- tuona Catia Puglielli dal suo Tribunale per i diritti del Malato. “Non mi sembra dignitoso che un malato debba rimanere appeso ad una sala d’aspetto elemosinando cure ed assistenza sanitaria. D’altro canto il personale sanitario cerca di fare quello che può ma i problemi sono a monte. Anche questo Oramai è divenuto un problema di cui parliamo da anni eppure siamo sempre allo stesso punto di partenza. Io non amo le prese in giro per cui ritengo che dopo la presa d’atto dei problemi non bisogna venire all’infinito sul territorio a prendere nuovamente atto di problemi che già conosciamo ma attuare delle programmazioni.
Oggi si cerca di risolvere i problemi più civilmente ma forse facevano bene un tempo quando il popolo si rivoltava”- chiosa Puglielli. Fu sera e fu mattina. Altro giorno di affanno in pronto soccorso

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