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ROMA – Quattro anni e mezzo di reclusione più il pagamento delle spese di giudizio. La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di condanna per un 69 enne di Popoli, ex gestore di un night club nella vallata. Un’inchiesta che risale al 2006 e che è arrivata a destinazione dopo ben 17 anni con la sentenza passata in giudicato, pronunciata ieri dai giudici capitolini, in attesa delle motivazioni. L’uomo è dovuto comparire in tutte le sedi giudiziarie per la pesante accusa di favoreggiamento, induzione e sfruttamento della prostituzione. Tutti fatti che avrebbe commesso dal 2006 al 2011 quando gestiva un night club a Popoli. Le indagini avevano permesso di accertare, tramite appostamenti, interrogatori, intercettazioni telefoniche, che i gestori del locale inducevano le ragazze dipendenti (tutte straniere dell’est europa), ad avere prestazioni sessuali a pagamento all’interno o all’esterno del locale, ricavandone un notevole guadagno economico. Le stesse, completamente denudate o comunque in abbigliamento estremamente succinto, si offrivano al contatto fisico con i clienti del locale, dietro pagamento di un corrispettivo che veniva corrisposto pure dal 69 enne, con lo scopo di soddisfare la libidine degli avventori. Sempre secondo l’accusa l’imputato, assieme ad altri, avrebbe messo in piedi un’organizzazione per reclutare le donne e agevolarne la prostituzione. Nel corso dei tre gradi di giudizio sono cadute le accuse di lesioni e ritorsioni mentre lo sfruttamento è rimasto in piedi. Da qui la condanna definitiva a quattro anni e sei mesi di reclusione, pena già comminata in appello, più bassa degli otto anni inflitti dal Tribunale di Pescara. Il 69 enne si trova in detenzione domiciliare non avendo un quadro clinico compatibile con il carcere. La pena residua sarà probabilmente scontata con l’affidamento in prova.

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