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SULMONA – Per la violazione della sorveglianza speciale il fatto non costituisce reato mentre per le lesioni manca la querela e quindi la condizione di procedibilità. Se l’è cavata l’ex latitante, M.L.D, prosciolto questa mattina con sentenza di non doversi procedere per l’aggressione perpetrata nei confronti dell’ex poliziotto. A salvarlo è stata la riforma Cartabia e una recente disposizione della Corte Costituzionale che ha rivisto i presupposti della violazione della sorveglianza. Le eccezioni, accolte dal giudice, sono state presentate dall’avvocato difensore, Naike Cascini. Era il 19 maggio 2018 quando, stando alle indagini dell’allora Squadra Anticrimine del Commissario , un ex ispettore di Polizia si trovava in via Lear e stava aspettando la sua consorte che si stava sottoponendo a una prestazione presso un centro estetico collocato in quella zona. L’imputato transitò da quelle parti a bordo dell’auto. “Perché mi stai guardando?” avrebbe domandato al poliziotto che gli spiegò di non aver mostrato alcun cenno di interesse nei suoi riguardi. Stava solo aspettando la moglie. Poco dopo un altro incontro ravvicinato. “Ma allora ce l’hai con me”?- riprese il 41 enne noto alle cronache. La situazione, stando sempre al quadro accusatorio, precipitò di lì a poco quando l’imputato invitò il poliziotto in congedo a raggiungerlo sull’altro lato della strada. Quest’ultimo fu aggredito a colpi di calci e pugni e tentò pure di difendersi. La vittima si recò quindi in ospedale per farsi medicare e i sanitari lo dimisero con un referto di venticinque giorni di prognosi. Non uno scherzo insomma. Peccato che la riforma Cartabia prevede la procedibilità per le lesioni solo con la querela della persona offesa che non risulta agli atti. È caduta anche la constatazione della violazione di sorveglianza. Prosciolto e ricondotto in carcere, a Chieti, dove si trova per gli altri reati più recenti per i quali non basterà la Cartabia per evitare la condanna

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