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ANVERSA DEGLI ABRUZZI – Potrebbe arrivare nei prossimi giorni la risposta dei laboratori del Ris che dovranno pronunciarsi sull’esame del dna svolto a Castrovalva, frazione di Anversa degli Abruzzi, dove esattamente un anno fa, il 30 luglio 2022, era stato trovato cadavere Bruno Del Negro, pensionato 81 enne di Trani, ex infermiere. Ad un anno di distanza quella storia inquietante rimbomba come un macigno nel piccolo paese della Valle del Sagittario e nella città di origine dove regna incredulità. La meticolosa indagine del Nucleo Operativo dei Carabinieri dell’Aquilla ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati dei tre figli e della compagna di uno di loro ma per gli investigatori la “prova regina” si avrà con le risultanze del dna, di tutto il materiale cioè repertato quel giorno sul luogo del tragico ritrovamento. La ricostruzione di Procura e Carabinieri contestata nel capo d’imputazione è minuziosa e dettagliata: il figlio, insieme alla compagna, avrebbe pianificato tutto. A parlare chiaro sono il Gps della macchina e i vari riscontri degli investigatori sui movimenti della coppia. L’acquisto del sacco a pelo a Decathlon di Molfetta alle 19,35, poco più di mezz’ora per arrivare a Trani, spogliare e avvolgere il corpo nel sacco a pelo e poi partire alle 20,14 alla volta dell’Abruzzo. Arrivo a mezzanotte e 44 minuti, ripartenza a mezzanotte e 48 minuti, rientro alle 4,45. Lo dice il Gps della Ford Focus in uso all’uomo, fotografata al casello, e lo dice la cella telefonica del telefono intestato alla compagna. Gli indagati dal canto loro hanno respinto le accuse e hanno chiarito la propria posizione davanti al magistrato. Ma quell’ultimo “viaggio” di Bruno ha scosso e non poco la comunità tant’è che l’altro giorno, ad un anno dalla scoperta, qualcuno lo ha ricordato davanti alla tomba ignota che ora ha un nome e un volto. Almeno quello.

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